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Schizofrenia, l’arte non cura

 A differenza di quello che si pensava in precedenza, le persone affette da schizofrenia non risentono in positivo degli effetti dell’arte terapia: non ne traggono giovamento alcuno. E non solo per ciò che riguarda la loro salute mentale, ma anche per ciò che concerne le loro relazioni sociali. Ce lo rileva uno studio pubblicato nella versione on line della rivista di settore British Medical Journal.

La ricerca in questione mette in discussione, in pratica, tutte le linee guida seguite fino ad ora dai medici nell’approcciarsi alla terapia dei pazienti schizofrenici. Prima di proseguire ricordiamo in cosa consiste la schizofrenia. Si tratta di uno dei più gravi disturbi mentali che possono colpire l’uomo. Sebbene i farmaci antipsicotici possono ridurne i sintomi (psicosi, autolesionismo, allucinazioni, n.d.r), molti malati continuano a “subirne gli effetti” anche se sottoposti ad una terapia farmacologica.

Tra i vari metodi terapeutici, fino ad ora anche l’arte terapia è stata spesso utilizzata come trattamento aggiuntivo per questo tipo di disturbo mentale, anche se tale scelta non poteva contare su una grande base medica di studio che ne illustrasse gli effetti clinici.  A fare questo “passo” importante ci hanno pensato i ricercatori del Centre for Mental Healt dell’Imperial College di Londra attraverso uno studio dedicato.

La sperimentazione ha riguardato  417 persone di  età media di 18 anni con una diagnosi di schizofrenia. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: uno sottoposto per 12 mesi a sedute settimanali di arte-terapia più cure standard; uno per 12 mesi ad altro genere di attività settimanali più trattamento standard e  l’ultimo sottoposto solo a cure standard.

Dati alla mano, non è emersa nessuna differenza della sintomatologia relativamente alla salute mentale, come nessun cambiamento è stato registrato in merito alle funzioni sociali. Spiega Tim Kendall, coordinatore dello studio:

Anche se non possiamo escludere la possibilità che l’arte terapia possa beneficiare una minoranza di persone fortemente motivate a utilizzare questo trattamento, non abbiamo trovato prove evidenti che portano a concludere circa l’effettiva efficacia di questo particolare approccio terapeutico.

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Fonte:  British Medical Journal