Home » COSTUME & SOCIETA' » Costume e Società » La generosità è inscritta nel nostro DNA

La generosità è inscritta nel nostro DNA

Aristotele diceva che l’uomo è un animale sociale. La base della socialità probabilmente è la generosità e la disponibilità a dividere ciò che si ha con gli altri. Ma siamo sicuri che questa sia una prerogativa solo umana? E soprattutto, ci può essere qualcuno che non possiede il dono della generosità?

Una nuova ricerca ci dà la risposta a questi quesiti. Essa infatti suggerisce che l’atto di condividere volontariamente qualcosa con un altro non può essere del tutto esclusiva dell’uomo ma, essendo presente anche negli animali più simili a noi, ci lascia intendere che sia una questione biologica. Lo studio, pubblicato su Current Biology, ha osservato che i bonobo, una specie di scimpanzé considerati i nostri parenti più vicini, scelgono di condividere attivamente il loro cibo con gli altri.

È stato suggerito che gli esseri umani solo su base volontaria condividono i prodotti alimentari. Preferenze, tuttavia, nella condivisione di cibo nei bonobo insolitamente tolleranti non sono mai stati studiate e sperimentate

dice l’autore Brian Hare dalla Duke University nel Nord Carolina. Il Dr. Hare e Suzy Kwetuenda del Lola ya Bonobo Sanctuary per i bonobo orfani nella Repubblica democratica del Congo hanno condotto uno studio con coppie indipendenti di bonobo affamati.

Nello studio, i bonobo hanno dovuto scegliere se mangiare alcuni alimenti tutti da soli o se dare agli altri bonobo parte del loro cibo. I soggetti sottoposti al test hanno avuto la possibilità di mangiare immediatamente il cibo o usare una “chiave” per aprire una porta di una stanza adiacente vuota o una stanza che aveva un altro bonobo dentro. I soggetti del test potevano facilmente vedere nelle sale adiacenti, in modo che sapessero quando erano vuote e quando occupate.

Abbiamo riscontrato che i soggetti preferivano volontariamente aprire la porta del vicino per consentirgli di condividere il cibo che altrimenti avrebbero potuto facilmente consumare da soli, senza alcun segno di aggressività, frustrazione, o cambiamento della velocità o del tasso di condivisione in tutti gli studi. Questo modello stabilisce che la condivisione è stata particolarmente evidente rispetto agli altri contesti di non condivisione, in cui i bonobo sono contrari alla perdita di cibo e a regolarlo per ridurre al minimo tali perdite.

Gli autori sottolineano che è possibile che i bonobo nel loro studio abbiano scelto di condividere, al fine di ottenere favori in futuro. Ulteriori studi sono necessari per avere una visione più chiara sul perché i bonobo e gli esseri umani condividano i beni, per capirne i meccanismi psicologici motivazionali.

[Fonte: Sciencedaily]