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Neonato morto a Roma era nato sano

Il neonato deceduto in seguito alla somministrazione di una flebo di latte al posto della soluzione fisiologica era nato sano e sarebbe sopravvissuto. Sono queste le principali novità apportate al caso dall’autopsia tenutasi ieri sul piccolo morto all’ospedale San Giovanni di Roma in seguito ad un tragico errore. Al momento sono venti le persone iscritte nel registro degli indagati.

Sebbene nato prematuro, il bimbo ce l’avrebbe fatta. Anche se pesava solo 780 grammi, Marcus Johannes De Vega, questo il nome del bambino morto lo scorso 29 giugno presso il nosocomio romano, non avrebbe avuto lo sviluppo compromesso da quella piccola crisi respiratoria della quale era apparso sofferente al momento della nascita. L’esame autoptico eseguito ieri è il secondo al quale il cadavere del bimbo è stato sottoposto. Dai primi risultati condivisi dagli esperti di Tor Vergata sembra il suo stato di salute sia stato compromesso solo dall’erronea somministrazione di latte via endovena.

Una nuova autopsia è stata richiesta anche per rispondere alle domande relative alle terapie alle quali il bambino è stato sottoposto: gli interventi posti in essere dal 27 al 29 giugno erano adeguati al suo stato di salute ed a salvargli la vita? Maggiori risposte si otterranno il 19 agosto, termine nel quale dovrebbero essere presentati i risultati degli esami effettuati sul corpo del neonato. I consulenti nominati dalla procura, davanti ai periti di parte hanno prelevato dal piccolo cadavere sia una porzione di midollo spinale che un rene. Sottoponendo questi organi a degli esami di laboratorio si potrà verificare se nei loro tessuti siano presenti particelle del latte assunto per endovena e quali siano stati gli effetti dello stesso.

Dovrà essere anche verificata, l’eventuale presenza di un’infezione, come ventilato nelle ultime ore e capire se la stessa sarebbe stata in grado di uccidere il piccolo Marcus, nato alla 30esima settimana di gestazione. In questo caso, infatti, sebbene permanga l’eccessiva negligenza, per i sanitari coinvolti potrebbe esserci un cambiamento del quadro probatorio.

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