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Buone e cattive azioni migliorano la resistenza fisica e la forza di volontà

Una nuova ricerca dell’Harvard University suggerisce che le buone così come le cattive azioni possono aumentare la nostra forza di volontà e la nostra resistenza fisica. I partecipanti allo studio che hanno compiuto buone azioni – o anche solo immaginato sè stessi nell’aiutare gli altri – sono risultati in grado di svolgere meglio un successivo compito di resistenza fisica.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Social Psychological and Personality Science, mostra un aumento analogo o addirittura maggiore di forza fisica a seguito di atti ignobili.
Il ricercatore Kurt Gray, un dottorando in psicologia ad Harvard, spiega questi effetti come una profezia che si autoavvera nella sfera della moralità.

“La gente percepisce che chi opera il bene e il male può avere più efficacia, più forza di volontà, e meno sensibilità al disagio e allo sforzo,” spiega Gray. “Per percepire sè stesse come buone o cattive, le persone incarnano queste percezioni nella realtà diventando sempre più capaci di resistenza fisica.”

I risultati di Gray sono in contrasto con la nozione che solo coloro dotati di forza di volontà più elevata, o di un maggiore auto-controllo siano in grado di eroismo, suggerendo invece che semplicemente tentare imprese eroiche può conferire il potere personale.

“Gandhi o Madre Teresa probabilmente non sono nati con quella straordinaria padronanza di sé, ma forse sono giunti a possederla proprio cercando di aiutare gli altri”, spiega Gray, che chiama questo effetto “trasformazione morale“, perché suggerisce che le azioni morali hanno il potere di trasformare le persone da mediocri ad eccezionali.

La trasformazione morale ha molte implicazioni, dice. Per esempio, suggerisce una nuova tecnica per migliorare l’autocontrollo quando si è a dieta: aiutare gli altri prima di fronteggiare le tentazioni.

“Forse il modo migliore per resistere alle ciambelle è quello di immolare le proprie energie in una giusta causa”.

“Essa può anche suggerire nuove terapie per l’ansia o la depressione”, prosegue Gray. “Aiutare gli altri può essere il modo migliore per riprendere il controllo della propria vita.”

I risultati di Gray si sono basati su due studi. Nel primo, i partecipanti hanno ricevuto un dollaro e sono stati messi davanti a due opzioni, darlo in beneficenza o tenerlo: successivamente è stato chiesto loro di sostenere un peso di 5 libbre per tutto il tempo che potevano. Coloro che avevano donato il dollaro in beneficenza sono riusciti a tenere sollevato il peso per quasi 10 secondi più a lungo degli altri.
In un secondo studio, i partecipanti hanno contribuito alla stesura di storie inventate in cui aiutavano un altro, danneggiavano un altro, o facevano qualcosa che non aveva alcun impatto sugli altri. Come prima, chi pensava di fare del bene è risultato significativamente più forte di quelli le cui azioni non hanno beneficiato altre persone.
Ma, sorprendentemente, gli aspiranti malfattori sono stati ancora più forti di quelli che prevedevano di fare buone azioni.

“Che tu sia un santo o un diavolo, sembra che ci sia potenza in entrambe le condotte morali”, spiega Gray. “Spesso la gente guarda gli altri che compiono il bene o il male e pensano: non avrei mai la forza di farlo. Ma in realtà, questa ricerca suggerisce che la forza fisica può essere un effetto e non una causa degli atti morali.”

[Fonte: Harvard University (2010, April 21). Being naughty or nice may boost willpower, physical endurance. ScienceDaily. Retrieved April 21, 2010, from http://www.sciencedaily.com /releases/2010/04/100419151114.htm]