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Re Carlo e l’omeopatia: un rapporto particolare

Re Carlo III ha sempre avuto un buon rapporto con l’omeopatia. Una relazione che sembra aver toccato un nuovo livello visto la nomina a capo ufficiale medico della casa reale del dott. Michael Dixon.

Re Carlo sostenitore di tutto ciò che è naturale

Settantun’anni, Dixon ha da sempre mostrato una particolare propensione a voler curare le malattie in modo naturale. Nulla di male in questo se non fosse che questo amico di lunga data di Re Carlo II sia noto per preferire questo tipo di approccio a quello più tradizionale.

La sua nomina non fa di lui il medico ufficiale della famiglia reale, ma il suo ruolo sembra essere abbastanza prominente. Non sembra inoltre essere un caso che abbia accompagnato Re Carlo III in Kenya nel suo ultimo viaggio. Sebbene, vada sottolineato, entrambi sono ottimi amici da decenni.

Il suo ruolo ufficiale è quello legato alla gestione di una squadra di medici presenti a Buckingham Palace responsabili della salute della famiglia. Tra le altre cose per il suo ruolo, l’uomo può fare le veci della Corona negli appuntamenti con il Governo.

Mettendo da parte per un attimo i doveri di questa figura professionale al soldo di Re Carlo III è importante chiarire un punto.

L’erboristeria e la medicina naturale possono rappresentare un valido aiuto al mantenimento dello stato di salute. L’omeopatia è vista in modo contrastante perché non di rado la concentrazione dei principi attivi è così blanda da poter essere considerata un effetto placebo.

Alcuni episodi perlomeno curiosi

Per quanto ovviamente Re Carlo possa decidere di nominare e frequentare qualsiasi persona lui voglia, va detto che dal punto di vista medico, Dixon si è fatto conoscere per alcuni episodi particolari.

Forse quello più eclatante, nonostante i decenni di lavoro all’interno del sistema sanitario del Regno Unito, è quello in cui invitò un guaritore nel suo studio per approcciare dei malati cronici. La medicina complementare, come il suo stesso nome indica, può essere complementare a quella tradizionalmente applicata alle malattie e ai disturbi. Non sostituirsi.

Altro caso noto è quello in cui l’amico di Re Carlo si fece curare per un dolore alla spalla usando un arbusto proveniente dall’Africa. Niente di male, ovviamente, nella sperimentazione. Ma allo stesso tempo viene spontaneo chiedersi se sia adatto al suo ruolo.

L’omeopatia non può essere propriamente considerata come efficace nella cura della malattia. E non stupisce che Edzard Ernst abbia sostenuto pubblicamente, in seguito alla nomina, che “chiunque promuova l’omeopatia sta mettendo in pericolo le basi della medicina”. E sottolineando che ovviamente sebbene Re Carlo III possa fare ciò che reputa più giusto, dare troppa attenzione a chi non sostiene il lavoro del servizio sanitario Inglese non sia un atto auspicabile.