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Nuova terapia anticancro al San Raffaele di Milano si ispira a cavallo di Troia

Tutti ricorderanno la storia di Ulisse e del cavallo di Troia, uno stratagemma che garantì ai Greci di entrare nella città e di espugnarla, nascosti dentro ad un regalo a dir poco ingannevole. Ebbene, ai ricercatori e ai medici del San Raffaele di Milano è venuto in mente di sconfiggere allo stesso modo, vale a dire penetrando al suo interno con l’astuzia, il cancro.
E’ stato definito un vero e proprio cavallo di Troia, infatti, il nuovo metodo messo a punto nel prestigioso ospedale italiano per debellare i tumori. Anche in questo caso, infatti, il tutto si giocerebbe su un inganno: spingere il tumore ad autogenerare dall’interno il veleno necessario a combatterlo.

L’importante scoperta si deve al lavoro di ricerca coordinato da Luigi Naldini, realizzato grazie ai finanziamenti dell’Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc) e dell’Unione Europea. I risultati dello studio sono stati divulgati sulla versione on-line della rivista di divulgazione scientifica Cancer Cell.


Per ora questa cura è stata testata soltanto sulle cavie, ma i risultati lasciano sperare in una possibile ulteriore svolta nella cura ai tumori.
Più nello specifico, si tratta di una terapia genica che porta un gruppo di cellule staminali nel sangue a produrre una proteina con effetti anticancerogeni.
Le cellule in questione sono le Tem, solitamente associate alla crescita e alla proliferazione del tumore. La proteina prodotta è invece l’interferone alfa.
Nel momento in cui le Tem così modificate arrivano alla forma tumorale, anzichè fornirle sostentamento, come fanno di solito, avvelenano le cellule cancerogene, rappresentando così una valida terapia contro la diffusione del cancro.

L‘interferone (nella foto a lato) è un farmaco assolutamente naturale, che blocca totalmente il decorso tumorale, o comunque riduce il rischio di metastasi. Solitamente viene impiegato in numerose lotte contro vari tipi di cancro, ma dosi elevate, essendo altamente tossico, possono creare dei problemi al resto dell’organismo, costringendo ad interrompere la terapia.
Con questo nuovo metodo, invece, si farebbe giungere l’interferone attraverso le cellule Tem, in piccole dosi mirate ad agire solo contro il tessuto cancerogeno.
Per la messa a punto sull’uomo di questa particolare terapia genica bisognerà attendere alcuni anni.

[Fonti: www.ansa.it; www.cancercell.org]