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Cellule umane embrionali clonate da cellule adulte

Cellule umane embrionali sono state ottenute per clonazione a partire da cellule adulte utilizzando quello che potremmo definire il metodo “Dolly”, la prima pecora clonata partendo da materiale genetico adulto. Fino a che punto può spingersi la scienza? Si tratta di un passo eticamente accettabile?

Dal punto di vista scientifico l’esperimento condotto dagli scienziati dell’Università di Seul coordinati da Young Gie Chung e con l’appoggio di Robert Lanza, dell’Advanced Cell Tecnology, considerato un vero e proprio pioniere della clonazione, ha dell’incredibile. Sebbene sia necessario porsi alcune domande di tipo etico: è giusto avere creato delle cellule staminali embrionali con un processo di clonazione? Non si rischia di giocare alla divinità e superare anche quell’ultimo ostacolo morale che dovrebbe trattenerci dal “creare” un essere umano clonato?

L’obiettivo degli scienziati è quello di clonare per creare dei tessuti in laboratorio specifici per i pazienti, al fine di curare tutta una serie di disturbi che necessiterebbero di un supporto genetico del genere, infarti e malattie cardiache, addirittura la cecità. Come vi abbiamo anticipato il metodo utilizzato dagli scienziati è quello utilizzato per far nascere nel 1996 la pecora Dolly. In pratica si inserisce il nucleo di una cellula all’interno di un ovocita privato del suo nucleo. Quest’ultimo si riprogramma, raggiungendo in pratica uno stato embrionale dal quale è possibile ottenere delle cellule staminali identiche a quelle del donatore dell’ovocita.

Nell’esperimento sono state utilizzate cellule epiteliali di uomini di 35 e 75 anni. I ricercatori hanno subito chiarito che non hanno intenzione di permettere la clonazione umana nel senso stretto della parola come avvenuto per la pecora 18 anni fa, ma semplicemente sfruttare il processo a fini terapeutici. La nostra speranza è che nessuno abbia il coraggio ed i fondi di valicare questa linea, ormai diventata sottile tra l’etica e la sperimentazione selvaggia. Vi solo dei limiti che per il nostro stesso bene devono essere rispettati.

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