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EHealt: la salute in rete esiste, ma funziona?

 La salute è online, nel vero senso della parola. C’è un nuovo modo di concepire gli strumenti necessari a promuovere la salute della popolazione: è quello che sfrutta internet. Si parla di “sanità elettronica”, di eHealth o anche più comunemente di telemedicina, benché questa rappresenti solo una parte del più vasto capitolo della “sanità in rete” di cui vi vogliamo parlare oggi. Lo spunto arriva dalla nascita di una nuova area sul sito del Ministero della Salute, dedicata a queste tematiche. In particolare  vi si racconta di una serie di iniziative avviate (ma solo in parte), promosse (ma mai partite) o agognate (e solo citate!).

Nello spazio in questione si parla cioè di normative e di progetti che solo in minima parte coinvolgono i cittadini-pazienti, quando questi, oltre che le casse dello Stato, non potrebbero che trovarne giovamento. Le iniziative di cui si racconta riguardano ad esempio la possibilità di prenotare prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale. Anche dal pc di casa. Fantastico se si considera che in alcune Regioni non esiste neppure un CUP (Centro Unico di Prenotazione) telefonico. Finora questo sistema è stato attivato da particolari ospedali, come il Bambino Gesù di Roma, ma l’iniziativa, ottima, rimane un ago in un pagliaio.

Altro capitolo importante della sanità in rete è quello del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) che permetterebbe a qualunque medico di poter visionare tutti i dati del paziente che ha di fronte, senza che questo porti con se infinite cartelle cliniche, indagini diagnostiche, esami del sangue, che spesso si perdono.

Ma nella nuova area tematica si parla anche di innovazione nelle cure primarie: connessione in rete dei medici del SSN, con relative digitalizzazioni e trasmissioni elettroniche delle prescrizioni , ePrescription, oltre che dei certificati medici di malattia inviati per via telematica. Sappiamo che gran parte di questo lavoro è stato avviato, con non pochi problemi, e soprattutto con una disomogeneità funzionale.

Che dire poi della telemedicina? Un sistema particolare che permetterebbe ad esempio ad un cardiopatico che vive su un isola di fare controlli regolari a distanza. Oppure di effettuare la teleriabilitazione dopo un ictus direttamente dal salotto di casa. Anche in questo caso le iniziative sono poco sviluppate e mal distribuite sul territorio, benché i progetti in piedi siano veramente infiniti.

Insomma l’area tematica online è stata creata: sarebbe ora di attivarne adeguatamente anche i contenuti, non trovate? Io ho fiducia e voi?

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