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Artrosi, lesioni cartilaginee e condropatie da usura/1

La cartilagine è un tes­suto molto complesso, molto raffinato, difficile da riprodurre, per que­sto il problema del trattamento dei danni cartilaginei è molto attuale e nonostante il mondo della ricerca sia impegnatissimo su questo fronte, ancora non abbiamo risul­tati definitivi. Innanzitutto, bisogna distinguere le “condropatie da usura” dalle “lesioni cartilaginee“. Per con­dropatie si intende il processo degenerativo della cartilagine che, nella norma, aumenta con il passare degli anni o, in altri casi, è dovuto ad un processo di “ove­ruse”, cioè è causato dall’ecces­sivo uso dell’articolazione da parte di un individuo (un esempio è il ginocchio dei calciatori).

La condropatia può essere di vari gradi, ma con il tempo diventa una vera e propria artrosi. Per le­sioni cartilaginee, invece, in­tendo quelle traumatiche. Una distorsione, una caduta dal­l’alto, una frattura, l’eccessivo impegno di un’articolazione, può causare il danno focale (cioè cir­coscritto) di una cartilagine arti­colare che non necessariamente era già preda di processi dege­nerativi. La terapia di queste due forme di danno cartilagineo è decisamente differente.

I fenomeni di usura della cartila­gine sono cronici e non reversibili. Tendono ad aggravarsi con il tempo, più o meno lentamente, provocando una sintomatologia dolorosa più o meno marcata. In questo caso il trattamento farmacologico è spesso sintomatico, cioè il medico prescrive al paziente far­maci come il paracetamolo o FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Ste­roidei) che hanno l’obiettivo di alle­viare il dolore o i processi infiammatori che episodicamente o costantemente si instaurano in un’articolazione con usura carti­laginea.

 Lo stesso dicasi per le infiltra­zioni intrarticolari di cortiso­nici. In realtà esistono altri farmaci (o integratori) che sem­brano avere una loro efficacia per lo meno per ridurre i sintomi dell’artrosi: fra questi i composti che si assumono per via orale, quali Glucosamina, Glucosamina+CondroitinsolfatoGlucosamina+Condroitina+Col­lagene e altri.

La prescrizione e l’impiego di questi farmaci devono essere va­lutati, caso per caso, dal medico. Oltre a questi prodotti, esiste una terapia infiltrativa con farmaci a base di acido ialuronico (mol­tissimi ne esistono in commercio, differenziabili in base al loro peso molecolare). In caso di condro­patie del ginocchio, dell’anca, della caviglia (difficilmente si usano per altre articolazioni) possono essere usati questi far­maci, che vengono iniettati in articolazione in una, due, tre o cinque somministrazioni (di­pende dal farmaco che si usa).

Tali farmaci hanno l’obiettivo di produrre una viscosupplementa­zione, in pratica di dare una maggiore lubrificazione al ginoc­chio e di regolare l’equilibrio chi­mico intraarticolare. Alcuni si sono dimostrati efficaci, anche per lunghi periodi. Biso­gna però non illudersi: non sempre il paziente risponde a tale te­rapia.  Sempre più diffuso è l’uso di PRP (plate­let rich plasma), cioè di infiltra­zioni intrarticolari di piastrine concentrate. Basta un prelievo di sangue dello stesso paziente, un dispositivo che permette di concentrare le piastrine, e l’inoculazione del preparato nel ginocchio. I risultati clinici sono per ora buoni, ma ancora non si può af­fermare che si abbia un sicuro effetto benefico sulla cartilagine.