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Portulaca, i benefici del consumo

La portulaca è un’erba spontanea che cresce in diverse zone d’Italia. C’è chi la considera addirittura infestante: la realtà dei fatti vuole che il suo consumo apporti benefici al nostro organismo. Vediamo come.

Consumare portulaca fa bene alla salute

E’ proprio la cultivar grassa e infestante della portulaca a essere perfetta per essere inserita nella dieta con le dovute accortezze. E questo perché il suo contenuto di omega 3 consente di apportare benessere a diversi apparati del nostro corpo. Essa è usata nella cucina italiana fin dall’antichità, sia cruda che cotta. Di solito viene unita alla misticanza per un consumo in insalata e si può ottenere anche un pesto gustoso per condire la pasta, di cui può divenire anche ripieno.

Il suo sapore differisce se viene colta al mattino o alla sera per via dell’acido malico che si forma a causa dell’immagazzinamento di anidride carbonica e ricorda il sapore di una mela renetta se colta la mattina e quello di una golden alla sera.

A prescindere dal suo sapore e dalla sua piacevolezza sono interessanti i benefici che riesce ad apportare all’organismo. La portulaca è infatti considerata una buona fonte di vitamina C, vitamina A e vitamina E.  Interessante anche la presenza, sebbene molto più contenuta, di vitamine del gruppo B.

La portulaca contiene anche buone dosi di manganese, potassio, ferro e magnesio: tutte sostanze che aiutano a sostenere il sistema immunitario.  E mancando al suo interno la vitamina K è adatta anche al consumo di chi assume degli anticoagulanti.

Le fibre della portulaca, tra l’altro, formano delle mucillagini che si rivelano degli ottimi prebiotici per il microbiota intestinale. E la loro solubilità le rende ottime per combattere la stitichezza e i classici problemi intestinali e di gonfiore.

Può causare calcoli renali se consumata in eccesso

C’è un unico problema rilevante se si usa in modo eccessivo: l’acido ossalico che contiene può rivelarsi causa di calcoli renali in persone predisposte e ragione di minore assorbimento di calcio. Ovviamente il consumo deve riguardare delle piante raccolte in luoghi non inquinati e bisogna tenere conto del fatto che consumata cruda apporta maggiori benefici che se consumata cotta. Con la cottura infatti tende a perdere in parte l’apporto vitaminico e gli omega 3.

In medicina viene considerata un antinfiammatorio naturale, capace di proteggere l’apparato cardiocircolatorio aiutando a gestire la pressione arteriosa. Allo stesso tempo combatte i radicali liberi e rinforza il sistema immunitario prevenendo danni cerebrali maggiori nelle persone anziane.

Ecco che magari, invece di lasciarla seccare, dopo averla colta perché infestante, potremmo portare questa erba in cucina, approfittando dei suoi benefici.