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Le diete ad alto contenuto di grassi rendono pigri e… stupidi

Che mangiare cibi ad alto contenuto di grassi, in particolare quelli saturi, facesse ingrassare lo sapevamo già. Quello che ancora ignoravamo è che le diete ipercaloriche ci renderebbero anche pigri e stupidi, influendo sulle nostre attività sia fisiche che mentali. A dirlo è una recente ricerca effettuata da un’équipe di studiosi dell’Università di Cambridge nel Regno Unito.

A quanto si evince dai dati raccolti in uno studio sui ratti, i grassi consumati in eccesso abbassano il livello delle nostre capacità cognitive e diminuiscono la resa e la resistenza fisiche. E non è tutto. Per regime ad alto contenuto di grassi non si intende una dieta sregolata che va avanti da anni o comunque da molto tempo. I risultati negativi dello strafare a tavola si vedono a breve termine. Molto breve.

Esattamente i ratti sottoposti alla sperimentazione hanno visto diminuire la loro intelligenza e l’agilità fisica dopo appena dieci giorni di alimentazione ad elevato contenuto di grassi. Dieci giorni sono davvero pochi, soprattutto se pensiamo alle ferie estive, ai dolciumi, ai gelati e a tutto quello che ci si concede in vacanza. Le cavie sottoposte al regime alimentare a base di grassi dopo pochi giorni avevano subito una perdita di memoria e avevano difficoltà a svolgere esercizio fisico.

Secondo gli studiosi, questa ricerca suggerisce che se le diete ipercaloriche protratte per lunghi periodi fanno male alla nostra salute, non bisogna dimenticare che anche brevi periodi di eccessi alimentari possono avere conseguenze non trascurabili sul cervello e sul fisico. Come spiega lo stesso autore dello studio Andrew Murray:

Le diete occidentali sono generalmente ad alto contenuto di grassi e sono associate a complicanze a lungo termine, come l’obesità, il diabete e l’insufficienza cardiaca, ma alle conseguenze di queste diete a breve termine è stata data relativamente poca attenzione. Ci auguriamo che i risultati del nostro studio aiuteranno la gente a pensare seriamente di ridurre la quantità di grassi della loro alimentazione quotidiana a immediato beneficio del loro stato generale di salute e del loro benessere.

I risultati dettagliati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista FASEB.