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Bambini, educarli con le fiabe

 Le fiabe possono essere un ottimo strumento di educazione per i bambini piccoli. Non solo perché nella maggior parte dei casi presentano un lieto fine, ma soprattutto perché al loro interno spesso viene inserita una forte morale.

Concetti che spesso i genitori faticano a spiegare apertamente ai propri figli e che attraverso le favole sono assimilabili facilmente ad ogni età.

Lo sostiene la dottoressa Sally Goddard Blythe, direttore dell’Istituto di Neuro-Psicologia Fisiologica di Chester , in Gran Bretagna. Leggere loro una fiaba, come facevano un tempo con noi i nostri nonni, aiuta bambini ad apprendere, attraverso storie semplici ed interessanti, ciò che è necessario sapere per avere coscienza di sé ed un buon comportamento.

Fiabe come Raperonzolo e Cenerentola sono in grado di mostrare al bambino le debolezze del genere umano, fornendo allo stesso tempo lo strumento morale adatto a non cadervi. Inoltre, secondo la terapeuta, sarebbero in grado di far apprendere ai minori la differenza tra il bene ed il male, o ancora  tra la ricchezza e la povertà.

La dottoressa Blythe sostiene che le fiabe non solo insegnano ad affrontare le situazioni difficili della vita al loro manifestarsi, ma al contempo riescono a soddisfare il desiderio dei bambini relativo alla vittoria del bene su tutto.

Spiega la terapeuta:

Le  favole aiutano i bambini a comprendere cosa è giusto e cosa  sbagliato, non attraverso l’insegnamento diretto, ma attraverso l’implicazione. Aiutano a sviluppare la fantasia e la creatività e aiutano i bambini a capire i loro dilemmi emozionali in modo fantasioso, piuttosto che attraverso l’istruzione diretta.

E porta ad esempio storie come Biancaneve, nei quali appare non solo il contrasto tra la Regina cattiva e la protagonista, ma anche quello fisico tra i nani e quest’ultima: non sono fiabe discriminatorie come potrebbe sembrare ad un’analisi superficiale. Secondo la Blythe aiuterebbero a comprendere prima di tutto i pregi le debolezze dell’essere umano, ed in seguito sarebbero in grado di dare al bambino gli strumenti per accettare le proprie emozioni e le proprie paure.

Fonte: La Stampa