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Dalla IBM il PC che simula il cervello

La tecnologia compie passi da gigante giorno dopo giorno e l’ultima dichiarazione rilasciata da Dharmendra Modha dell’ IBM lascia un senso di stupore e di curiosità su quelli che potranno essere i possibili sviluppi futuri.Infatti, sarebbe in via di definizione un sistema di calcolo che simula ed emula le capacità cerebrali dell’uomo. Lo staff della IBM Research, impegnato da tempo nelle attività di “cognitive computing” avrebbe messo a punto un algoritmo per sintetizzare i dati neurologici.

Per ora, però, si è riusciti solo a creare un chip capace di simulare l’attività della corteccia celebrale di un gatto, ma stando a sentire gli esperti, sarebbe il primo step verso la crezione di qualche processore capace di emulare completamente il cervello umano.

Durante la conferenza tenutasi a Portland, in Oregon, in occasione del “Supercomputing SC 09” , il team della IBM ha comunicato che i loro laboratori sono arrivati ad individuare un algortimo informatico che è capace di simulare sensazione, percezione, azione, interazione e cognizione, eguagliando il basso consumo di energia e le compatte dimensioni del cervello umano.

La società di informatica, in collaborazione con alcune Università statunitensi, hanno lavorato ad un progetto per la simulazione corticale in tempo reale dell’attività di oltre un miliardo di neuroni in una rete di 8,87 trilioni di sinapsi.Un traguardo davvero interessante, secondo gli esperti e lo stesso Modha,che è stato possibile raggiungere grazie ad un intenso lavoro nei campi della nanotecnologia, informatica e medicina e che, forse, tra 10 anni, porterà alla realizzazione di device in grado di simulare del tutto il cervello dell’uomo.

L’algortimo, chiamato BlueMatter lavora su uno speciale supercomputer e grazie alle risonanze magnetiche approfondite è capace di creare una mappa dello schema delle connessioni cerebrali così da capire come vengono create e trasmesse le informazioni. Questo futuro strumento scientifico potrà essere impiegato sia per approfondire lo studio delle sinapsi e del funzionamento celebrale, ma anche per consentire una maggiore capacità di elaborazione dei dati, esigenza che, presto, con l’innovazione tecnologica, si farà sempre più sentire.

Questo nuovo scenario, insomma, affascina e spaventa nello stesso tempo perchè sottolinea come le tecnologie, a volte, possono spingersi al di là dei limiti pensati dall’essere umano.

[Fonte: IlSole2Ore