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Protesi d’anca pericolose: intervista al medico che ha denunciato il caso

 Torniamo a parlare delle protesi d’anca difettose e dunque pericolose della DePuy. Ricordiamo che si tratta di due modelli del tipo ASR impiantati (in tutto il mondo Italia compresa) tra il 2003 ed il 2010. La parola stavolta passa al professor Francesco Bizzarri, il medico che ha denunciato lo stato delle cose alla trasmissione Striscia la Notizia, da molti colleghi -e non – accusato, a nostro parere ingiustamente, di allarmismo. Lo abbiamo intervistato. Bizzarri è uno specialista in ortopedia e traumatologia oltre che medico dello sport, dipendente dell’Università di L’Aquila e presidente nazionale della Società Italiana di Ginnastica Medica.

La domanda dunque nasce spontanea. Ma chi glielo ha fatto fare ad imbarcarsi in questa situazione? Del resto era una storia vecchia…..la Depuy aveva già ritirato dal mercato queste protesi d’anca difettose nell’agosto 2010….

“Vede, la storia è vecchia quanto irrisolta. Io seguo diversi pazienti che sono stati operati ed impiantati con queste protesi pericolose. In alcuni casi le Asl, ricevuta la lettera della Depuy il 10 Agosto del 2010, si sono attivate per l’applicazione del protocollo internazionale, suggerito dalla stessa società. Ovvero si sono create delle commissioni di controllo per richiamare i pazienti impiantati e sottoporli ad ecografie ed analisi del sangue per la ricerca di cromo e cobalto, altamente tossici se presenti in grandi quantità. Alcune Asl però, non tutte.

La cosa aveva fatto un certo scalpore, quando i primi pazienti (circa 49) al Sant’Orsola di Bologna ad esempio erano stati richiamati, ma poi tutto si era fermato.

Fino al 17 Novembre 2011 quando il Ministero della Salute ha inviato un avviso a tutti gli Assessorati alla Sanità ed alle sigle interessate in cui si ribadivano i medesimi concetti dell’Avviso DePuy di 15 mesi prima…”

Tardivo intervento? Necessario perché non tutti avevano attivato i protocolli o cosa?

“Tardivo, ma anche non abbastanza incisivo. La DePuy è recidiva in questo senso, è già stata coinvolta in passato in un episodio simile e negli Stati Uniti è da tempo scoppiato anche un caso tangenti (che ha riguardato diverse società ndr). I media stranieri insinuano che la società si fosse resa conto del difetto delle protesi in questione molto prima del ritiro. Mi sarei aspettato un’attenzione maggiore da parte delle nostre istituzioni nei confronti della salute dei nostri cittadini.”

Però tutto è stato attivato nel rispetto delle leggi internazionali e nostre, italiane: in seguito a revisioni periodiche con dati provenienti da tutto il mondo, riscontrata una percentuale seppur minima di protesi difettose (12%), la Depuy ha comunicato un allarme nel marzo 2010 e poi dopo successive verifiche il ritiro….La nostra normativa prevede un avviso alle Asl, ai medici e alle istituzioni sanitarie tutte,e questo è stato fatto..

“ Certo, ma questo evidenzia quanto tutto sia anomalo, cosa già dimostrata anche con le protesi al seno PIP: la società produttrice di un dispositivo o sostanza che va all’interno del nostro organismo è tenuta ad avvisare i sistemi sanitari internazionali di eventuali problemi relativi al materiale venduto. Credo sarebbe necessario il contrario, cioè che le varie Aifa o ministeri verifichino prodotto per prodotto, prima di autorizzarne la commercializzazione.”

Di fatto la DePuy ha agito in modo corretto, nel rispetto della legge attuale. Ma l’accostamento ai fatti riguardanti le protesi al seno è necessario per evidenziare un rischio per la salute dei cittadini che sta passando inosservato. C’è un buco normativo? Sono opportune riflessioni anche in ambito legislativo. Proseguiamo quest’intervista con il professor Bizzarri domani.

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Foto: Thinkstock