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Botulino nel pesto, il punto dell’Istituto superiore della Sanità

E’ ormai una settimana che i giornali continuano a parlarci della presunta presenza di botulino in alcune confezioni di pesto genovese prodotte in Liguria. L’Istituto Superiore della Sanità è intervenuto ufficialmente per fare il punto della situazione.

La maggior parte delle persone sembra infatti avere più coscienza dell’uso della tossina nella medicina estetica attraverso il botox piuttosto che essere conscia dei problemi che il botulino possa creare alla salute scatenando un’infezione chiamata botulismo.
Sapevate che le forme di botulismo sono sei in tutto? Vi è quella alimentare, causata solitamente dall’assunzione di cibi contaminati dalla tossina; vi è il botulismo infantile, dovuto alla produzione di tossine botuliniche nel lume intestinale di bambini con età inferiore a 1 anno. Vi è l’infezione da colonizzazione intestinale dell’adulto, che si sviluppa con gli stessi meccanismi di quella infantile; quella da ferita, che riguarda la contaminazione da batterio C. botulinum nelle ferite infette; quella iatrogena, ovvero derivante da un uso sbagliato della tossina per scopi terapeutici o cosmetici e ultimo, ma non meno pericoloso, il botulismo da rilascio volontario/accidentale di tossine botuliniche.

Secondo gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità tutte le forme devono essere considerate come potenzialmente letali e come una vera e propria emergenza a causa della diffusione che possono avere in prima istanza attraverso gli alimenti contaminati. Il botulino è un microbo che si sviluppa in assenza di aria che è possibile riscontrare in sedimenti, nel suolo ed addirittura nella polvere sotto forma di spora. Questa diventa pericolosa solo se si trasforma in cellula vegetativa, dando modo al batterio di svilupparsi e quindi rilasciare le tossine.

Parlando di alimenti non vi è rischio di sviluppo delle tossine in tutte quelle conserve di solito acide come la passata di pomodoro, le conserve con alta concentrazione di zucchero come le marmellate o le confetture e tutti quegli alimenti conservati in salamoia o sotto sale. E’ importante saper riconoscere i sintomi, che appaiono entro le 24-72 ore dall’ingestione delle tossine: sdoppiamento della vista e difficoltà a tenere le palpebre aperte, difficoltà a mettere a fuoco e dilatazione delle pupille, difficoltà di deglutizione e secchezza della bocca, stitichezza.

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