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Adenocarcinoma esofageo e linfoadenopatia, che fare?

Richiesta di Consulto Medico su adenocarcinoma esofageo e linfoadenopatia
Buonasera dottore, Le scrivo relativamente ad una richiesta di consulenza per un mio caro parente. Nel  settembre 2015 ha scoperto adenocarcinoma esofageo scarsamente differenziato, trattato con radio e chemio per 5 settimane, e poi operato a gennaio 2016. A seguito del controllo di followup negli ultimi 3 mesi c’è stato un aumento progressivo del CEA (oggi valore 18,93). E’ stata eseguita PET total body il 30.09.2016. Il referto conferma “la persistenza di elevata attività metabolica di 18F-FDG (SUV Max fino a 5.5 – precedente fino a 4.0), sede di malattia, in corrispondenza di una linfoadenopatia localizzata in sede ilare polmonare sx…..

(Persistenza confrontata con la Pet iniziale di settembre 2015 antecedente la terapia; successivamente la Pet eseguita post radio e chemio a dicembre 2015 NON evidenziava più tale linfadenopatia..che ovviamente non è stata rimossa!! Se non che ora è ricomparsa). Di verosimile natura aspecifica la fissazione linfonodale in sede inguino-femorale sx (SUV Max fino a 2.4). Disomogenea distribuzione del radiotracciante, compatibile con esiti flogistici distrettuali, in corrispondenza di clips chirurgiche localizzate a livello dell’anastomosi esofago-gastrica (SUV Max fino a 2.7) non più evidenti le ulteriori fissazioni linfonodali precedentemente segnalate (poiché ASPORTATE in sede di intervento!). Limitatamente al potere risolutivo della metodica (circa 5 mm) non si evidenziano altre anomalie della distribuzione del tracciante nelle restanti regioni corporee esaminate”. Lei dottore..come interverrebbe?? C’è una diatriba tra il chirurgo che ha operato e l’oncologo che ha seguito … Potrei sapere il Suo punto di vista….è molto importante x me…Grazie mille, confido in una Sua pronta risposta.

 

 

Specializzazione Oncologia
Tipo di Problema: Adenocarcinoma esofageo e linfoadenopatia

 

Risponde il Prof. Carlo Pastore oncologo e chemioterapista, consulente per l’area oncologica e per l‘ipertermia capacitiva per l’Hilu Medical Center (Marbella, Spagna) e presso il Centro di Medicina Integrativa in Malaga (Spagna), nonché responsabile della divisione di oncologia medica ed ipertermia oncologica della Casa di Cura Villa Salaria in Roma, membro dell’ESHO (European Society for Hyperthermic Oncology). Per contatti www.ipertermiaitalia.it

 

 

Gentile Utente,
in primis eseguirei una valutazione chirurgica. Se asportabile, interverrei per tentare di bonificare l’area almeno macroscopicamente ed a seguire impiegherei un trattamento farmacologico adiuvante sistemico differente dal precedente. Se non fosse possibile, opterei per la valutazione di un trattamento combinato in radioterapia (se non spesa tutta la dose erogabile in precedenza) , chemioterapia ed ipertermia oncologica.
Cari saluti
Prof. Carlo Pastore, oncologo – www.ipertermiaitalia.it

 

 

 

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Foto: Thinkstock