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Primo intervento al cuore con robot “Da Vinci” al Campus Bio-Medico di Roma

Proprio ieri, è stato eseguito con successo il primo intervento al cuore dal professor Francesco Musumeci con l’ausilio del robot “Da Vinci”, dando il via all’attività del nuovo Centro di Cardiochirurgia Robotica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, realizzato in collaborazione con l’Ospedale San Camillo di Roma e il Lenox Hill Hospital di New York.

Musumeci, assieme al direttore del dipartimento di cardiochirurgia robotica del Lenox Hill Hospital di New York, Nirav Patel, ha effettuato una ricostruzione di valvola mitrale, che regola il flusso sanguigno tra l’atrio sinistro e il ventricolo sinistro, su un paziente di 77 anni con un’insufficienza valvolare mitralica severa. L’operazione, che ha avuto una durata di 4 ore, è andata a buon fine. I chirurghi, grazie all’uso del robot “Da Vinci”, hanno potuto intervenire senza dover aprire lo sterno, con un’incisione di circa 3 centimetri in sede sottomammaria destra.

Gli strumenti operatori, montanti su 2 bracci del robot, con un diametro variabile tra i 5 e i 12 millimetri, sono stati inseriti nel corpo del paziente e con l’ausilio di un terzo braccio è stato posizionato il retrattore, che ha il compito di esporre il cuore. All’estremità del quarto braccio, invece, era montata una telecamera che dall’interno del corpo del paziente, inviava agli agli oculari delle due console del robot, immagini in 3D ad alta risoluzione. Da questa postazione, i professori Musemici e Pattel comandavano gli strumenti operatori, mentre l’equipe medica, con un interfono, seguiva tutte le fasi dell’intervento da un monitor 3D-HD.

Si stima che il paziente possa tornare a casa nell’arco di 3-4 giorni. Con il robot “Da Vinci”, infatti, i tempi di recupero post-operatorio si accorciano sensibilmente, 2-3 settimane contro i 2 mesi necessari per la stessa operazione con il metodo tradizionale “a cielo aperto”. Inoltre, la chirurgia robotica, essendo poco invasiva, riduce il trauma operatorio per l’organismo e le perdite di sangue. Dal punto di vista del paziente, è sicuramente vantaggiosa, poiché la ricostruzione della valvola mitrale, anziché la sua sostituzione, permette di poter vivere non soltanto senza assumere farmaci anticoagulanti, ma anche senza l’ausilio di valvole artificiali per recuperare le funzionalità dell’organo.

Fonte: Università Campus Bio-Medico di Roma