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Urina? Non è sterile: sfatato il mito

Il mito dell’urina sterile è stato sfatato. Al contrario di ciò che si è sempre pensato, i batteri sono presenti all’interno di questo fluido e soprattutto nelle donne, tale coltura batterica può essere correlata alla vescica iperattiva.

Questa scoperta non è del tutto nuova. Già nel 2012 gli scienziati della Loyola University di Chicago avevano trovato tracce di vita batterica all’interno dell’urina analizzandola attraverso metodi di rilevamento basati sul DNA invece dei comuni test di coltura. Con questo ulteriore studio non solo hanno confermato la loro scoperta ma hanno anche rilevato una importante correlazione tra la presenza di questi agenti patogeni ed un disturbo che attanaglia un gran numero di italiani. I risultati sono stati presentati nel corso del corrente meeting annuale dell’American Society for Microbiology.

Sapevate che a soffrire di vescica iperattiva sono circa il 15% delle donne di ogni età e che quasi la metà di essa non risponde ai trattamenti convenzionali? Secondo la dott.ssa. Evann Hilt che ha coordinato gli studi sulla presenza dei batteri all’interno dell’urina l’impossibilità di curare questa sintomatologia di questo disturbo è direttamente correlata alla presenza di questi microrganismi all’interno del fluido urinario.

La sindrome da vescica iperattiva è un problema comune che si manifesta attraverso contrazioni involontarie della vescica, urgenza ed forte frequenza di minzione, sia diurna che notturna ed incontinenza urinaria. Non si tratta di un disturbo solo fisico: tale condizione si riflette anche socialmente rendendo difficile la vita di chi ne è affetto. Attraverso un esame messo a punto recentemente chiamato “urinocoltura quantitativa ampliata” gli scienziati di Chicago sono riusciti a riscontare la presenza dei batteri finora mai rivelata. Questo ci porta automaticamente a tutte quelle pratiche di automedicazione che coinvolgono l’ingestione della propria urina. Ci pensate a quanti germi sono stati assorbiti attraverso tali gesti?

Gli scienziati ora concentreranno la loro attenzione nel verificare quali batteri siano utili, quali nocivi e quale impatto possono avere sull’uomo.

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