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Diossina: cos’è, i rischi per la salute e perché è presente negli alimenti

 La diossina è una sostanza tossica, che si crea in alcuni processi chimici. In natura si sviluppa in caso di decomposizione di alcuni funghi, ma molto più di frequente si forma attraverso fenomeni di combustione. Il termine diossina deriva dalla sua composizione chimica: (di-=2 Ossi=ossigeno ) l’unione da parte di 2 molecole di ossigeno dialtrettante molecole di benzene clorato. Il numero degli atomi del cloro è vario a seconda delle situazioni, da qui un vasto numero di tipologie di diossine. La più conosciuta è sicuramente la cosiddetta 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-p-diossina (TCDD).

Quando sostanze ricche di cloro (organiche o sintetiche) si surriscaldano, in mancanza di ossigeno hanno origine le varie tipologie di diossine. Dunque essenzialmente derivano da industrie, ma possono svilupparsi anche dalla combustione del legno in un caminetto acceso o in seguito ad un vasto incendio in caso di scarsa ventilazione.

Diossina, come e perché è presente negli alimenti

L’uomo, senza saperlo adeguatamente, assume ogni giorno piccole quantità di diossina attraverso i cibi, fonte principale di trasferimento dall’ambiente all’organismo. Questo accade perché  stiamo parlando di sostanze caratterizzate da un lungo e difficile percorso di deterioramento, che può durare mesi o addirittura anni. Che significa? Che la diossina attraverso l’aria e l’acqua si diffonde nell’ambiente. Così si deposita ad esempio sull’erba che viene mangiata dagli animali in pascolo e così via. Purtroppo è presente anche nei stessi mangimi utilizzati negli allevamenti, come il caso della Germania insegna. Va detto che le molecole della diossina non si sciolgono nell’acqua o nei liquidi, ma solo nei lipidi. E’ per questo che si accumula nel grasso animale e dunque, come nell’allarme di questi giorni può essere presente nella carne di maiale, nei polli, nelle uova, nei bovini e soprattutto nel loro latte. Dato questo principio è facile ad esempio comprendere come il cibo più ricco di  diossina sia quello derivato dal maiale, ma anche come le mamme possano trasmettere diossina attraverso l’allattamento al seno. (NDR Mamme state però tranquille, nulla di grave per le minime quantità, eventualmente leggete qui). In generale la popolazione occidentale assume diossina quotidianamente (ahimè!) dal 90% dei cibi di cui si nutre e l’allattamento al seno rimane la migliore nutrizione per i neonati.

Diossina: quali rischi per la salute

Gli specialisti ed i chimici rassicurano che le quantità di diossina pericolose per la salute umana sono molto più alte rispetto a quelle che ingeriamo quotidianamente. Ciò non toglie che si parla di bioaccumulo e cioè dell’eventuale rischio di un sovrapporsi quotidiano di piccole dosi che possono alla fine divenire letali, ma è solo un’ipotesi. Certo è che l’OMS ha rilevato l’importanza di eliminare dalla catena alimentare questa ed altre sostanze, attraverso delle forme di prevenzione migliorando i processi chimici delle industrie e effettuando controlli serrati sui prodotti alimentari. Anche la Comunità Europea si è impegnata attraverso una legislazione a stabilire i livelli massimi di diossina contenuti nel cibo (e soprattutto nei mangimi animali), onde evitare i rischi. Ma quali sono allora i pericoli per la nostra salute?

Uno studio americano condotto nel 1994 dalla US Environmental Protection Agency (EPA) e successive ricerche scientifiche hanno sottolineato come alcune diossine siano fortemente cancerogene e quindi veramente molto pericolose. Questo però se ci si espone a massicce quantità di tale sostanza, cosa che può accadere solo in caso di incidenti industriali di particolare rilevanza, come il disastro di Severo del 1976. Già dagli anni ’30 in alcune fabbriche si è assistito ad un gran numero di casi di cloracne, una dermatite da contatto molto fastidiosa. Per il resto le indagini condotte in laboratorio, in vitro e sugli animali hanno stabilito alcuni rischi:

  • Diminuzione della fertilità;
  • Aborti spontanei;
  • Riduzione del numero di spermatozoi;
  • Endometriosi;
  • Disturbi dell’apprendimento;
  • Indebolimento del sistema immunitario;
  • Malattie polmonari;
  • Malattie della pelle;
  • Abbassamento dei livelli di testosterone;

Di questi, che avverrebbero in situazioni di livelli di diossina molto più bassi rispetto al cancro, non c’è certezza, ma solo un’ipotesi di pericolosità, da non sottovalutare. Va detto ad onor di cronaca e per tranquillizzarci un po’ tutti, è che grazie alle normative vigenti, i livelli di contaminazione in Europa negli ultimi 10 anni si sono abbassati notevolmente. Il caso del Belgio di qualche anno fa e quello di questi giorni, ci evidenziano, come il meccanismo dei controlli funzioni. Qualcosa possiamo farla anche noi, nel nostro piccolo: anche dalla combustione dei rifiuti si sviluppa diossina. Impegniamoci di più con la raccolta differenziata.

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