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L’odontoiatria additiva per un sorriso perfetto

La bellezza dei denti fa l’80% della bellezza di tutta la bocca. Una bocca piacevole, con labbra ben disegnate e un sorriso smagliante fa il 50% della bellezza di tutto il viso. E un bel sorriso è il risultato non solo di un buon patrimonio genetico ma anche di cure ed eventualmente della scelta dei rimedi giusti per correre ai ripari nel caso ci fossero difetti nella forma, nel colore, nella posizione dei denti. Non è un caso che tutte le star di Hol­lywood e non solo curino il look della propria bocca in maniera quasi “maniacale”, pretendendo la perfe­zione soprattutto per quel che riguar­da forma, allineamento e colore.

Le moderne tecnologie consentono oggi di ottenere buoni risultati con un disagio ridotto: apparecchi orto­dontici meno visibili, metodi di sbiancamento professionale meno invasivi e un nuovo approccio all’estetica del sorriso possibile con una tecnica ri­voluzionaria: l’odontoiatria additi­va. Si tratta di una tecnica innova­tiva che consente risultati immediati ed effetti inaspettati a vantaggio del­la bellezza e della giovinezza non so­lo della bocca ma di tutto il viso, spiega il dottor Gianpaolo D’Ales­sandro, odontoiatra e implantologo a Milano e Perugia. Di cosa si tratta?

 “È una tecnica che consente di mo­dificare tutti i parametri di un dente senza sacrificarne i tessuti biologici cioè senza limarne la parte anterio­re (come si fa oggi in altre tecniche odontoiatriche). Questo per correg­gere esteticamente una dentatura che presenta qualche difetto o per restituire giovinezza a un bel sorri­so che con il tempo ha perso “smalto”. Bisogna tenere presente, infatti, che in generale l’uso che facciamo dei denti, la masticazio­ne, lo spazzolamento e il fisiologico invecchiamento portano con il tem­po a un vero e proprio consumo dei denti, a un loro accorciamento e alla perdita di volume. Anche un dente molto bello tende a diventare più sottile: lo smalto esterno si as­sottiglia ed esteriorizza la parte in­terna, la dentina, che è color avorio. Per questo talvolta i classici trattamenti sbiancanti possono non es­sere superficiali.”

 Ci potrebbe spiegare un po’ più in dettaglio questa metodica?

“Viene presa un impronta dei denti e su questa si costruiscono microspessori molto sottili, nell’ordine di un millimetro. Questi microspessori (o fac­cette additive) vengono applicati sul­la superficie esterna del dente senza rovinarla. È come una lente a contat­to che viene fissata su ogni singolo dente. Il materiale utilizzato e il suo minimo spessore determinano una gran naturalezza del risultato: la fac­cetta si integra perfettamente con la dentatura e non viene percepita.”

Cosa è possibile correggere con l’odontoiatria additiva?

«Con questa nuova tecnica è possi­bile correggere molte cose. Dal co­lore, alla forma agli spazi tra i denti (diastemi). Per quest’ultimo difetto, per esempio, basta realizzare una faccetta leggermente più larga. Si possono riallineare denti sfalsati, che non si trovano sulla stessa linea, semplicemente aggiungendo il giu­sto spessore. È però importante precisare che si corregge la perce­zione del difetto. Il difetto rimane dovè ma non si vede più. Spesso è proprio questo che le persone vo­gliono: correggere l’estetica del sor­riso senza portare l’apparecchio».

 E il colore?

 “Anche il colore si può cambiare. Si possono realizzare faccette additive in tonalità particolari anche molto chiare, tipo la “California White”, ma grazie all’incredibile trasparenza dei microspessori pur regalando un bianco brillante il risultato non sarà mai innaturale».

 A chi è adatta questa tecnica?

“E’ una tecnica molto trasversale: potendo modificare colore, volume, forma, lunghezza si può utilizzare, su una bocca giovane per correggere qualche piccolo difetto e migliorare il colore dei denti oppure su una boc­ca più adulta per restituirle la bellez­za della gioventù. Esistono infatti al­cuni accorgimenti capaci di ringio­vanire il sorriso e tutto il viso in modo molto naturale, con risultati immedia­ti. Il limite può essere il costo che è un po’ elevato: si parla infatti di un minimo di 1.000 euro a faccetta”.

È necessaria una manutenzione particolare dopo?

“Direi proprio di no, la manutenzio­ne necessaria è uguale a quella che si dovrebbe adottare comunque per mantenere sani e belli i propri denti naturali. Un microspessore di cera­mica a strati non cambia mai di colore, neanche con abitudini ali­mentari estreme”.