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Riforma sanitaria, il Parlamento americano dà il primo sì

Il Parlamento americano ha compiuto il primo passo verso uno dei pochi aspetti della società civile su cui ancora era indietro rispetto al resto del mondo: la riforma sanitaria. Fortemente voluta dal presidente Barack Obama, il quale veniva dato già per sconfitto su questa battaglia, è passata questa notte alla Camera con 220 voti favorevoli e 215 contrari.

La riforma sanitaria è stata voluta dal neopresidente perché in America, nonostante in quasi tutti i campi la nazione sia all’avanguardia, per quanto riguarda la sanità era al livello delle nazioni più arretrate. Lo Stato del Nord America poteva vantare le cliniche più avanzate al mondo, ma milioni di cittadini che rimanevano senza assistenza medica. Se una persona non fosse stata ricca (anche alcuni benestanti non se la passavano bene), rischiava di morire anche per operazioni semplici perché, siccome troppo costose, non venivano eseguite sul territorio americano.

Con questa riforma invece verrà coperto il fabbisogno di 36 milioni di americani che oggi non possono essere assistiti, e si spera che, di questo passo, entro 10 anni il 96% della popolazione potrà essere assicurata e avere la copertura sanitaria di cui ha bisogno. Costo dell’operazione: 1.200 miliardi di dollari, solo briciole rispetto alle guerre in Iraq e Afghanistan, e molto meno di quanto i detrattori di Obama lo accusavano di voler far sborsare ai contribuenti americani.

La riforma prevede molti cambiamenti, ma quelli più incisivi riguarderanno le compagnie di assicurazione. Infatti fino ad oggi queste compagnie giocavano molto sulla libertà di azione (e di speculazione) e così arrivavano a rifiutare la stipula dell’assicurazione a persone con patologie mediche preesistenti, e ad innalzare il costo, in maniera esorbitante ed ingiustificata, nei confronti degli anziani. Tutte speculazioni che ora il Governo americano non permetterà più.

Per diventare legge ora il testo dovrà essere approvato al Senato, dove non è scontata la vittoria dei democratici. Certo è che dopo aver superato questo scoglio, tutto sembra più facile.

[Fonte: Ansa]