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Non solo disagi: i pendolari più a rischio di amnesia e morte precoce

Non abitare vicino al luogo di lavoro è già di per sé un problema. Bisogna rispettare sempre gli orari dei mezzi pubblici o imbottigliarsi nel traffico cittadino con la propria auto, con tutti i disagi che questo comporta. Ora però, stando ad una ricerca inglese, pare ci sia dell’altro. A tutto questo infatti si aggiunge una nuova condizione denominata “amnesia da pendolare”, la quale porta ad una diminuzione della vita media di circa 2 anni.

Il motivo principale è il male del nostro secolo: lo stress. Prendere un mezzo pubblico, specie se in Italia, significa stare stipati in luoghi superaffollati dove a malapena si respira, dove l’igiene spesso scarseggia, e passare diverse ore in posizioni scomode. Inoltre il viaggiatore si sente impotente in quanto si affida nelle mani dell’autista, e questo aumenta la frustrazione di essere in balìa del traffico. Secondo il dott. David Lewis, dell’International Stress Management Association, lo stato mentale del pendolare è peggiore di quello dei poliziotti in tenuta antisommossa e dei piloti di guerra.

Il termine amnesia da pendolare deriva dalla constatazione che quei minuti (a volte ore) passati in treno o in autobus in attesa di arrivare a casa sono vissuti con una sorta di “assenza” da parte del lavoratore, che sembra quasi uno zombie. I suoi movimenti sono ripetitivi e fatti ormai senza pensare, ma questo stato di calma apparente poi facilita gli scatti d’ira, sbalzi di pressione e lo stress cronico, i quali a loro volta facilitano l’infarto.

Le donne sono più a rischio in quanto spesso sentono più degli uomini la lontananza da casa, e quindi vivono peggio quei momenti passati in viaggio, ma il rischio riguarda un po’ tutti quando l’igiene comincia a scarseggiare. Spiegano i ricercatori che i pendolari vengono più facilmente a contatto con batteri fecali ed altri germi i quali, approfittando delle difese immunitarie abbassate a causa dello stress, possono più facilmente far danni in un corpo già provato, e quindi permettere l’insorgere di infezioni e malattie.

Per fortuna però, trovata la causa, è possibile individuare anche la soluzione. Chi fa lavoro prevalentemente d’ufficio, specie se al computer, potrebbe chiedere al proprio datore di lavoro di trasferire a casa parte di esso, magari recandosi in ufficio solo 3 o 4 giorni a settimana, e rilassandosi maggiormente in un ambiente più amichevole. Chi invece è costretto a fare il pendolare potrebbe ascoltare musica o leggere durante il tragitto, mentre chi guida può provare a profumare l’interno dell’auto e cambiare il percorso, di tanto in tanto, per vedere se trova qualche via meno trafficata. La soluzione ideale per tutti però è non poltrire durante i fine settimana o nella giornate di ferie, ma rimanere attivi e fare qualcosa che vi piace. Vi aiuterà a scaricare la tensione e darvi nuova energia per la prossima settimana lavorativa.

[Fonte: Corriere della Sera]