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Nostradamus e la pillola rosa: a cosa serviva?

 Nostradamus è un personaggio che non ha di certo bisogno di presentazioni. Famoso per le sue centurie non viene però quasi mai ricordato per gli studi che fece in campo erboristico e medico. Quanti di voi conoscono la sua pillola rosa? Non molti, è presumibile.

Pensare ad una pillola rosa nei nostri giorni riconduce quasi sempre a medicinali inerenti la sessualità femminile e la sua gestione. Ai tempi del “profeta” non era assolutamente così. Cerchiamo di dipanare, in qualche modo, l’alone di mistero che si dipana attorno a questo particolare “farmaco” medievale.

Ciò che infatti la maggior parte delle persone ignorano, ritenendolo solamente un astrologo è che Michel de Notre Dame era prima di tutto un medico: Egli studiò infatti medicina e si laureò presso l’università di Montpellier. Sveglio e dinamico, i suoi insegnanti notarono questo suo palese interesse verso le stelle e la loro interpretazione. Dobbiamo ricordare che ci si trovava nei primi anni del Rinascimento, non vi era la smaccata e giusta divisione scientifica tra astronomia ed astrologia.

In quegli anni arrivò la peste bubbonica in Europa e Michel dovette lasciar perder per qualche tempo la sua innata passione per l’occulto per dedicarsi alla sua professione. La storia ci insegna che proprio in quei tempi, grazie all’arrivo della patologia, lo scienziato iniziò a girare per l’Europa consigliando i vari stati a seguire delle regole igieniche e di prevenzione inconcepibili per l’epoca, come ad esempio una dieta equilibrata e ricca di vitamine e l’attenzione alla pulizia nella vita di tutti i giorni.

La peste rappresentò per lui uno stimolo a portare avanti le sue conoscenze farmacologiche. Fu proprio in quel momento che ideò la pillola rosa. Le cronache dei tempi vogliono che fosse “moderatamente efficace” contro la peste.  Molto probabilmente, dato che la moglie ed il figlio furono stroncati dal morbo, il farmaco ideato da Nostradamus non era altro che l’unione di una serie di elementi importanti per l’uomo come la vitamina C che in alcuni casi hanno rappresentato quel “qualcosa” in più in grado di aiutare il sistema immunitario a combattere questa patologia.

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