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HIv adolescenti, contagio e prevenzione inesistente

Adolescenti ed HIV? Cresce il contagio ed ancora una volta la prevenzione appare essere inesistente. E’ questo uno dei dati più spaventosi resi noti in concomitanza con la Giornata Mondiale contro l’Aids che si celebra oggi come ogni anno.

I più giovani quasi sembrano non prendere in considerazione il preservativo, contando sull’efficacia dei farmaci antiretrovirali una volta ammalatisi e basando i loro comportamenti sulla disinformazione e sull’idiosincrasia all’utilizzo del preservativo, unica arma contro le malattie a trasmissione sessuale e quindi anche contro l’HIV. La patologia viene assolutamente affrontata con poca serietà: un’inchiesta recentemente condotta dal settimanale “L’Espresso” dipinge un quadro atroce del rapporto tra i millenials, specialmente quelli più giovani, e l’HIV. Il contagio viene dismesso con un’alzata di spalle e rapporti occasionali consumati senza porsi alcun problema “tanto non si muore più, si vive una volta sola” ed i profilattici “costano troppo”.

Gli adolescenti in particolare prendono la minaccia dell’HIV per la salute come poco seria. Ed è un problema. Per quanto la medicina abbia fatto passi da gigante nel trattamento dell’Aids, la patologia è stata tutt’altro che sconfitta: il suo contenimento attraverso il calo delle infezioni è basilare. Il test per l’HIV viene visto come una scocciatura e “imbarazzante” perché presuppone un’impegnativa medica per essere fatto un ospedale che “ci si vergogna” a richiedere al proprio medico.

E’ importante sottolineare che l’orientamento sessuale, per ciò che concerne la mala-educazione sul tema, non ha pressoché rilevanza: la maggior parte dei ragazzi non ha un quadro chiaro della malattia e gestisce il possibile contagio come se fosse una scomoda fantasia di qualcun altro. Sono proprio questi comportamenti che sottolineano quanto una giornata mondiale come quella contro l’Aids sia necessaria, soprattutto per “obbligare” attraverso il tam tam mediatico le persone ad informarsi. Perché se si conoscesse davvero la malattia e si capissero a fondo le conseguenze che può avere sulla salute fisica e sociale, probabilmente il preservativo verrebbe usato con maggiore frequenza.

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