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Protesi al seno Pip, sostituzione a carico del SSN

 La questione delle protesi al seno Pip non si è ancora conclusa: lo sanno bene tutte le donne coinvolte che ora hanno vinto una nuova battaglia, seppur non ancora definitiva. Il Consiglio di Stato infatti ha affermato che il SSN dovrebbe farsi carico di tutti gli interventi di espianto (e reimpianto) a cui si devono sottoporre le donne che nel tempo hanno ricevuto protesi mammarie PIP (Poly Implant Prothese) ritenute altamente pericolose.

Il caso è scoppiato in Francia e solo in un secondo momento anche in Italia e nel resto del mondo. Il ministero della salute ha così provveduto con un censimento (a posteriori, non facilissimo) e alla definizione di linee guida su come affrontare la questione della messa in sicurezza della salute delle pazienti interessate. Il ministero nella fattispecie aveva stabilito la sostituzione delle protesi al seno a carico del SSN in effettiva presenza di rischi, documentati da una visita e da indagini diagnostiche quali l’ecografia mammaria e/o la risonanza magnetica, da effettuarsi presso strutture pubbliche. Rimanevano escluse un gran numero di donne, in cui non veniva diagnosticato un pericolo imminente: ovvero nessun rimborso in caso di rimozione desiderata a causa dell’ansia dell’interessata, a cui altresì veniva consigliata una consulenza psicoterapica. Utile certo, non guasta mai.

Ma perché attendere che il rischio si faccia concreto o sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico a proprie spese, a causa di un mancato controllo delle autorità? E la prevenzione? Si sono domandate in molte. Il Codacons ha immediatamente fatto ricorso al Tar circa la necessità di espianto/impianto a spese dello Stato per tutte le donne con protesi al seno PIP che lo desiderassero.  La risposta del Tar del Lazio il 30 Aprile scorso suggeriva la necessità che il ministero della Salute rivedesse i principi fissati, estendendoli come da richiesta del Codacons a tutte le donne che lo richiedevano. Il Consiglio di Stato ha ribadito questa posizione. La decisione definitiva il prossimo 18 Dicembre.

Fonte: Codacons

Foto: Thinkstock