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In Italia diabete in aumento ma mancano le diagnosi

In Italia i diabetici sono aumentati, anzi, raddoppiati, in soli tre decenni, ma mancano le diagnosi perché molti scoprono di averlo solo alle prime complicanze manifeste.

Il 6% degli italiani è ignaro di essere malato, mentre il 30% dei malati soffre di complicazioni dovute al diabete. A fare il punto della situazione sono i diabetologi riuniti a Rimini, nell’annuale incontro sulla salute che quest’anno era intitolato ‘Parliamo di diabete’.

I dati della Società Italiana di Diabetologia sono inequivocabili: nel 1985 avevamo circa 1 milione e mezzo di italiani diabetici, mentre oggi siamo saliti a 5 milioni. Si tratta di una crescita esponenziale, secondo la Società di diabetologia (Sid) che non si riesce ad invertire. Il problema è infatti la prevenzione e la diagnosi, con un milione di persone che non conoscono la propria condizione.

La situazione dei malati

Il 30% delle persone sa di essere malato quando sorgono le prime complicanze, secondo quanto riferito dai medici. Il dato è stato poi riconosciuto anche dai ricercatori della Danimarca in una ricerca su 7mila malati.

Bisogna migliorare molto in fase di diagnosi precoce, in modo da evitare le complicanze e rendere la vita dei pazienti più apprezzabile. Secondo la Federazione Italiana di Medicina Generale (Fimmg), non mancano gli strumenti di diagnosi, ma piuttosto il sostegno statale, che non permette di coinvolgere un numero maggiore di persone. Secondo il responsabile scientifico, Walter Marrocco, mancherebbero anche le strutture messe a disposizione dal ministero della Sanità, a complicare la situazione.

La mancanza di strutture non consente di gestire i pazienti per accompagnarli nel percorso terapeutico, anche se, come fa sapere Riccardo Fornengo, della Asl piemontese, “la vera sfida di noi diabetologi e dei colleghi di medicina generale è responsabilizzare i pazienti alla gestione quotidiana del diabete.

Si tratta di passi fondamentali, per una malattia cronica che sovente non presenta sintomi, ma porta ad una qualità della vita bassa, e a ridurre la durata della vita stessa.

Oggi ci sono degli strumenti che possono aiutare molto i pazienti, con dispositivi wireless in grado di essere portati sempre con noi, senza ingombro. Anche i tubi e i cateteri sono stati eliminati, in modo da rendere il quotidiano del paziente più confortante.