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Cefalea a grappolo e cambio di stagione

Cefalea a grappolo e cambio di stagione: la correlazione c’è ed è intuibile anche dalle stesse persone che ne soffrono. Le quali nel momento in cui il clima cambia si trovano davanti alla necessità di affrontarne la recrudescenza.

Conoscere per combattere meglio

Qualcosa che li spinge addirittura a cercare con più frequenza su internet rimedi per affrontare la situazione. Per poter affrontare al meglio questo problema è importante conoscerlo bene. Ecco quindi che dobbiamo ricordare che le cefalee si dividono in due grandi gruppi: quelle primarie e quelle secondarie. Le prime sono più numerose e le seconde rappresentano un sintomo di altre malattie. Quelle che più ci infastidiscono, come l’emicrania, la cefalea a grappolo e quella muscolo-tensiva sono primarie.

E nel momento in cui arriva il cambio di stagione, la cefalea a grappolo è quella che pur non essendo la più comune, è quella che presenta una maggiore recrudescenza. Ed è importante capire che questo tipo particolare di mal di testa alterna periodi attivi in cui gli attacchi sono molto violenti e altri di remissione. I periodi attivi sono conosciuti come grappoli. Essi possono durare generalmente dai 15 minuti alle tre ore e ripresentarsi anche più volte al giorno.

La terapia per la cefalea a grappolo viene di conseguenza stabilita in base alla loro frequenza e ai periodi di remissione. I sintomi sono l’arrossamento all’occhio, la lacrimazione, ptosi palpebrale, sudorazione facciale e frontale e il naso che cola. In generale possiamo poi sperimentare un senso di irrequietezza.

Non possiamo fare altro, per affrontare l’attacco, che assumere degli antidolorifici.

Rapporto tra cefalea a grappolo e cambio di stagione

Quale è il rapporto tra la cefalea e il cambio di stagione? Semplice: i periodi attivi sono influenzati dal cambiamento. E più nello specifico del fatto che cambino le ore di luce e di buio. Gli scienziati ipotizzando che possa esservi una causa fisiopatologica correlata all’ipotalamo, addetto anche alla regolazione dei ritmi biologici.

Un problema legato a una “malformazione” che porterebbe a un calo nella produzione di melatonina. Purtroppo per la cefalea a grappolo cronica la gestione non può contare su una cura definitiva. Possiamo agire farmacologicamente con antidolorifici mirati come sumatriptan (sottocutaneo) o con l’indometacina e l’ossigeno. Alcuni farmaci possono essere presi in previsione per far diminuire le crisi come il litio, gli antiepilettici, il cortisone o il verapamil.

In alcuni casi specifici si può agire chirurgicamente con la stimolazione cerebrale profonda sull’ipotalamo, ma si tratta di una soluzione invasiva che viene riservata solo ai casi più gravi e farmaco resistenti.