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Terapie intensive pediatriche è allarme

È allarme per quel che concerne le terapie intensive pediatriche. I posti letto non sarebbero abbastanza di fronte ai potenziali piccoli pazienti che potrebbero avere la necessità di ospitare.

Il problema delle terapie intensive pediatriche

E non possiamo dare torto a chi lamenta tale situazione se, su oltre nove milioni di potenziali pazienti under 18, vi sono a disposizione solo 273 posti letto specializzati. Facendo i conti possiamo arrivare a calcolare che vi è un posto letto per oltre 35 mila individui di età compresa tra gli 1 e 18 anni.

Vi è più bisogno di terapie intensive pediatriche, di questo non vi è dubbio. Basti pensare che le indicazioni europee in merito siano di almeno a un posto letto ogni 20 mila-30 mila bambini. Calcolatrice alla mano, in Italia dovrebbero essere a disposizione almeno 482 letti. Mentre nella realtà presentiamo una carenza pari al 44,4%. Questi numeri sono frutto di una lettera inviata a The Lancet da un gruppo di esperti.

È preoccupante la “situazione delle terapie intensive pediatriche nel nostro Paese“, spiega all’Adnkronos Salute Leonardo Bussolin, presidente della Società di anestesia e rianimazione neonatale e pediatrica italiana. “I posti letto di terapia intensiva pediatrica in Italia sono pochi e mal distribuiti” sottolinea, “e la differenza tra le varie zone d’Italia è intollerabile“.

In particolare, al sud infatti si possono contare solamente 55 posti letto dove ne servirebbero almeno 168. Il centro si trova di soli due posti letto in carenza rispetto al suo fabbisogno con 90 letti, mentre su 222 necessari al nord ve ne sono solo 128.

Una carenza estremamente grave

Da qualsiasi punto di vista si osservi la questione, la carenza è grave. Il centro è praticamente in linea perché può contare sulle terapie intensive pediatriche di Gemelli, Umberto I e Bambino Gesù. Ma vi sono in Italia regioni dove non è previsto nemmeno un posto letto come Molise, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta, Sardegna e Basilicata.

L’Abruzzo, ad esempio, è entrata nel novero delle Regioni che offrono terapie intensive pediatriche dopo aver aperto la sua prima in tal senso lo scorso ottobre 2023. “La situazione è veramente critica, al Sud è drammatica”, evidenzia il luminare. “Ci sono delle zone dell’Italia in cui i bambini non hanno le stesse probabilità di essere curati nella stessa maniera rispetto ad altre zone”. Un fatto inaccettabile anche solo dal punto di vista etico oltre che pratico.

C’è bisogno quindi di sensibilizzare e portare a colmare il divario. Senza contare che per quel che riguarda le terapie intensive pediatriche nessuna è a norma davvero per il numero che dovrebbero presentare. E non di rado si necessita di spostare i bambini in elicottero per consentire loro di essere curati in maniera adeguata.