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Tumori neuroendocrini: necessari nuovi farmaci per combatterli

I tumori neuroendocrini sono patologie di tipo canceroso molto rare, ma in continua diffusione. Nel corso degli ultimi anni è stato registrato un costante aumento di casi anche in Italia: ben 1200 nuovi malati ogni anno. E proprio per tal motivo si è reso necessario uno studio più approfondito degli stessi, alla ricerca di un valido approccio diagnostico e farmaceutico.

La parola chiave in questo caso è farmaci: questa particolare tipologia di tumore necessita infatti della messa a punto di sostante specificamente efficaci contro la sua composizione genetica. La normale chemioterapia non ha un effetto radicale su di loro.

Come spiegano dall’Istituto europeo di Oncologia di Milano:

Nascono tutti da cellule che fanno parte del sistema neuroendocrino e sono tutti rari, visto che hanno un’incidenza di meno di cinque nuovi casi all’anno ogni 100mila abitanti, sebbene il loro numero sia in rapida crescita. Negli ultimi due anni alcuni studi hanno finalmente dato gli esiti sperati, lasciando intravedere nuove prospettive terapeutiche.

Scienziati e ricercatori li raggruppano sotto l’acronimo “NETs”, contrazione dell’inglese “neuroendocrine tumors“: sotto questo nome sono raccolti diversi tipi di cancro i quali,  nonostante l’etimologia del loro nome, possono svilupparsi in diverse parti del corpo. Nello specifico, ad essere più diffuso è quello gastro-entero-pancreatico, pari al 70% dei casi riscontrati.

Al secondo posto per diffusione troviamo le forme tumorali che si sviluppano all’interno del torace, con particolare incidenza nei polmoni. Tra di essi va ascritto anche il carcinoma midollare della tiroide. In molti casi si tratta di tumori che si evolvono con lentezza. I NETs risultano aggressivi nel 20% dei casi, nei quali la mortalità è spesso molto alta ed il decorso della malattia molto veloce.

Da ciò si evidenzia una prognosi strettamente collegata alle caratteristiche biologiche e fisiche del tumore, dal suo stadio e dal luogo di origine. Ce lo spiega meglio il dott. Nicola Fazio, vice direttore senior della Divisione di oncologia medica all’Istituto europeo di Oncologia di Milano.

Nella maggior parte dei casi, comunque, i pazienti con NETs hanno un’aspettativa di vita migliore rispetto ai malati con un carcinoma non neuroendocrino della stessa sede. E per alcuni tipi di NETs, come quelli del piccolo intestino, la sopravvivenza può essere di diversi anni anche in presenza di metastasi a distanza.