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I danni del fumo passivo nei bambini

Per chi si è distratto, facciamo un ripassino sui danni provocati dal fumo passivo ai bambini. Si la minaccia è sensibile specialmente durante la prima infanzia, quando gli organi, ancora immaturi, sono più vulnerabili di quelli degli adulti. I bambini piccoli assorbono generalmente una maggiore quantità di sostanze nocive attraverso l’aria, visto che respirano due o tre volte più frequentemente di soggetti in età più avanzata. I bambini esposti al fumo passivo presentano spesso una diminuzione delle funzioni respiratorie che non scompare neppure con l’età adulta.

Così si spiega la maggiore frequenza di malattie delle vie respiratorie, bronchiti, polmoniti, tosse e catarro. Il rischio di contrarre malattie dell’orecchio è superiore alla norma del 40%. Nel fumo del tabacco sono state identificate, finora, oltre 5.000 sostanze molte delle quali dannose e radioattive (dall’ossido di carbonio al catrame, dal nichel al cloruro di vinile) che comportano effetti quasi sempre cancerogeni e comunque assai negativi per l’organismo. Il discorso vale anche per il fumo passivo.

La principale fonte di fumo passivo per i bambini è l’ambiente domestico. Forse non ci crederete, ma già durante la gestazione le sostanze tossiche inalate dalla madre-fumatrice passano direttamente al feto attraverso i tessuti ombelicali. A questa “disattenzione” vengono attribuiti i rischi di nascite premature, peso inferiore alla norma o addirittura di parti con feto morto. La maturazione dei polmoni e lo sviluppo del centro degli stimoli cerebrali del nascituro possono essere compromessi già nel grembo materno.

Il rischio che un bambino contragga l’asma è praticamente doppio se è esposto al fumo da tabacco in casa, in particolare se la madre fuma. L’esempio è importante. Lo dice la statistica: i figli fumatori di genitori che fumano molto sono esattamente il doppio dei figli fumatori di genitori che non fumano. Inutile ribadire che non bisognerebbe mai fumare in presenza dei bambini e di astenersi completamente dal fumo nei locali chiusi “privati”, visto che, finalmente, in quelli pubblici non si può più intossicare il prossimo

Difficile seguire queste piccole regole di comportamento? Questione di abitudine. Quando fu vietato il fumo nei cinema in molti insorsero perché le sale si sarebbero svuotate. Sono passati più di 30 anni e non è successo niente. La crisi del cinema non dipende certo dalla mancanza in sala dei fumatori.