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Colesterolo cattivo: lo stress lo favorisce?

Lo stress potrebbe favorire il colesterolo cattivo. A sostenerlo, è una ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell’University College di Londra, secondo cui, esisterebbe una relazione tra l’incapacità o la ridotta capacità di far fronte allo stress e l’aumento di colesterolo. Dunque, la produzione di colesterolo nel sangue non dipenderebbe esclusivamente dalle nostre abitudini alimentari, ma anche dal carico di tensioni a cui siamo sottoposti.

Lo stress è un pessimo compagno di vita, si sa, ed è in grado di condizionare negativamente sia il corpo che la mente, diventando spesso la causa o la concausa di molte patologie. Lo stress, infatti, indebolisce le nostre difese immunitarie e accorcia la vita.

Il team di ricercatori londinesi, ha esaminato la capacità di reazione di un campione di individui sani, sottoposti a prove stressanti. Dopo 3 anni, lo stesso panel (l’insieme di persone o famiglie incluse in un’indagine campionaria) nuovamente analizzato. I risultati del test, hanno dimostrato come chi non sa difendersi dallo stress, ha un rischio triplice di ritrovarsi con un aumento di colesterolo nel sangue rispetto a chi invece possiede strategie efficaci per stemperare la tensione.

Riguardo alla correlazione tra stress e colesterolo, sono state avanza diverse ipotesi. Ad esempio, gli studiosi pensano che lo stress inneschi una sovrapproduzione di sostanze come l’adrenalina, la quale sarebbe in grado di modificare la capacità del fegato di metabolizzare il colesterolo. Inoltre, lo stress, influirebbe anche sulla lipolisi, il processo mediante il quale i grassi passano dal tessuto adiposo al sangue per essere impiegati a scopo energetico.

La ricerca, sebbene necessiti di ulteriori conferme, così come le informazioni di cui la medicina attualmente dispone sulla relazione tra stress e colesterolo, evidenziano la necessità di prevenire o curare la colesterolemia intervenendo sullo stile di vita a 360 gradi. Una dieta sana ed equilibrata, infatti, andrebbe sempre accompagnata con l’attività fisica, ma anche con un’attenta riflessione sui propri comportamenti e ritmi di vita.

Fonte: Molecular Lab