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Dna incastra Restivo per l’omicidio di Elisa Claps: ecco come si svolgono i test nelle indagini

 E’ ufficiale: il DNA di Danilo Restivo è presente sulla maglietta che indossava Elisa Claps al momento della morte: “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Secondo gli uomini del Ris che hanno analizzato i reperti la prova è schiacciante. Un nuovo caso dunque che permette alle moderne tecnologie e all’analisi del Dna di individuare nuove prove, anche dopo tantissimi anni. E’ accaduto con i casi di Simonetta Cesaroni, la Contessa Alberica Filo Della Torre ed ora anche con Elisa Claps. Ma in cosa consistono questi test? Ed effettivamente, come si fa a parlare di precisione estrema, “oltre ogni ragionevole dubbio”?

Il Dna è un argomento molto caro a noi di Medicinalive, perché è capace di raccontarci una predisposizione a determinate malattie ed è studiato per poter individuare delle cure a patologie gravi. E’ ad esempio il caso dell’ analisi del Dna che si sta effettuando a livello planetario per scoprire quali geni possono indurre all’Alzheimer. La strada è lunga, anche perché il genoma umano è ben lungi dall’essere stato tutto descritto. Le tecniche usate in scienza medica sono le stesse che si usano in caso di delitti, anche se ovviamente con finalità diverse. In particolare, in criminologia, vengono analizzati 13 particolari “regioni” di DNA confrontando due reperti: uno individuato sulla scena del crimine ed uno reperito dal sospettato. Nel caso in questione tre piccole tracce biologiche sugli indumenti della ragazza sono state confrontate con il DNA di Restivo reperito in Inghilterra. Quando tutte e 13 le regioni sono eguali, non c’è dubbio alcuno, ognuno di noi ha un Dna diverso! Anche 6 o 7 sole similitudini possono bastare per individuare un colpevole. Maggiore è il numero delle coincidenze, più basso il margine di errore. Questo è uno dei casi ed ecco perché spesso si parla solo di compatibilità e non di certezze: a seconda dei valori rilevati.

Il Dna è presente in ogni cellula ed è uguale per tutte le altre che compongono l’organismo. I casi citati sono stati rivisti alla luce delle nuove tecnologie di analisi del DNA. In origine infatti, per tracciare un “profilo genetico” occorrevano grandi quantità di sostanze biologiche. Ora bastano solo due cellule! Si possono riprodurre e moltiplicare all’infinito. Esattamente come avviene quando si studia una malattia.  Il Dna può essere estrapolato dal sangue, dai capelli, dallo sperma, dalle unghie, denti, muco, saliva e sudore! Nel caso di Restivo sono stati analizzati una serie di reperti tra cui un bicchiere, uno spazzolino da denti, federe di cuscini e boxer. L’importante in queste pratiche è il prelievo di materiali dalla zona del crimine. Non va contaminato. E’ per questo che gli esperti usano guanti e mascherine: guai se un colpo di tosse arrivasse su un reperto.  La buona conservazione in ambienti non umidi favorisce l’utilizzo dei materiali biologici anche dopo tanti anni.

Elisa Claps era scomparsa nel 1993 ed è stata ritrovata nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza solo lo scorso anno. Ma il materiale è risultato intatto e utile. Insomma nel DNA o acido desossiribonucleico, sono comprese tutte le informazioni genetiche di una persona. Non solo patologie o paternità, ma anche colpevolezza a quanto pare. E’ qui il futuro della longevità, della cura delle malattie, della salvaguardia della specie umana (animali e vegetali anche!), anche se il percorso è ancora lungo.

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[Fonte: Dipartimento Progetto Genoma USA]