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Cellulari, Oms: le radiazioni fanno male

 Cellulari, ennesimo cambio di rotta sulla nocività delle sue radiazioni: potrebbero essere potenzialmente pericolose. A lanciare l’allarme ci pensa l’Organizzazione mondiale della Sanità inquadrando i telefonini nella categoria 2b, ovvero quella che comprende tutti i dispositivi “possibilmente cancerogeni”.

Quello della pericolosità dei cellulari è un tema controverso, dibattuto attraverso studi di settore. E per il quale ora, anche l’Oms ha deciso di schierarsi.

Inseriti in questa categoria i cellulari sono ora considerabili pericolosi per l’uomo come il ddt ed il gas di scarico. Nella stessa lista sono inclusi anche i caffè ed i sottaceti, quindi, seppur con un pizzico di attenzione in più nell’approccio, scene di panico relativo sono da evitare.  A decidere della pericolosità del cellulare ci ha pensato l’International Agency for Research on Cancer, il braccio dell’Oms che si occupa di cancro ed affini.

La sua decisione  si basa sull’analisi comparata di decine di studi svoltisi sulla materia negli ultimi anni. Gli esperti hanno tentato di individuare il rapporto causa-effetto tra le radiazioni e la comparsa di neoplasie. Non si è trattato di un excursus breve, i controlli incrociati hanno preso del tempo proprio per la necessità di andare a fondo della questione e raggiungere un risultato il più possibile veritiero.

La conclusione ha portato a sostenere che le radiofrequenze del cellulare “possono potenzialmente causare  il cancro”. Parliamo di una valutazione, lo ripetiamo, molto attenta, basata su sperimentazione animale ed umana. Spiega il dott. Jonathan Samet, coordinatore del team che si è occupato della ricerca:

L’interconnessione cellulare-tumore è stata giudicata circoscritta al glioma e al neurinoma acustico. Per gli altri tipi di patologie invece non ci sono dati sufficienti che possano confermarne il legame con le radiazioni emesse dai telefonini.

Si tratta rispettivamente di un tumore del cervello di tipologia maligna e del tumore del condotto uditivo. Al momento le radiazioni non hanno dimostrato di essere in grado di danneggiare direttamente il dna.  Ad ogni modo dall’Oms spiegano che saranno necessari ulteriori studi in materia, e che nel frattempo sarà bene prendere alcune precauzioni per ridurre l’esposizione come l’utilizzo di auricolari.

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Fonte: La Stampa