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Giovane e colto. Ecco l’alcolizzato italiano

Giovane e laureato. Questo il nuovo identikit dell’alcolista italiano. Secondo i dati diffusi da IRCCS (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) Fondazione Maugeri di Pavia l’età media dell’alcolista tipico si è infatti abbassata da cinquanta a trenta anni e il 20% tra coloro che abusano abitualmente di alcol ha una laurea. La loro condizione, come afferma Giovanni Vittadini, responsabile della struttura pavese che si occupa di recupero dall’alcol, spesso è aggravata dall’abuso di droghe e psicofarmaci unita al consumo di alcolici. Il 70% di coloro che ha problemi di alcol, presenta inoltre disturbi psichiatrici. In tutto sarebbero un milione e mezzo gli italiani che abusano abitualmente di alcol ma il numero salirebbe di molto se entrassero nelle statistiche anche coloro che eccedono nel bere nel fine settimana. In questo caso si tratta per lo più di giovani e adolescenti.

Il consumo eccessivo di alcol è infatti in crescente aumento anche tra le donne e gli adolescenti, fra questi ultimi è sempre più diffusa l’abitudine a bere qualche drink in più nel fine settimana e durante le uscite serali con gli amici. Secondo il rapporto appena presentato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in occasione dell’Alcol Prevention Day, tenutosi ieri a Roma, ben il 67% degli adolescenti fra i 13 e 15 anni eccede nel bere consumando più di due bicchieri a sera. Il fenomeno riguarda il 25 % dei maschi e il 3% delle ragazze, e i consumatori più a rischio di cadere nella trappola dell’alcolismo sono quelli fra 19 e 24 anni. Mentre le donne spesso si ritrovano ad abusare di alcol nella solitudine della propria casa.

Il fatto che il consumo eccessivo di alcol sia concentrato quasi sempre durante il fine settimana e comunque sempre in occasioni conviviali, fa si che i giovani e gli adolescenti siano portati a sottovalutare i pericoli che questo comportamento rappresenta. L’alcol è infatti responsabile del 10% delle morti giovanili per incidenti (ne basta relativamente poco per alterare le percezioni) e sempre tra i giovani cresce la diffusione di patologie quali la steatosi epatica.