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I migliori ospedali italiani: come scegliere il reparto in base alla patologia

 I migliori ospedali d’Italia: come scegliere il reparto adatto alle proprie patologie?  Si può davvero scegliere l’assistenza sanitaria adeguata? Ora è possibile davvero, grazie ai dati raccolti dal Ministero della Salute e dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari e regionali, nell’ambito del “Programma nazionale Esiti” ed anticipati dalla rivista Focus.

Rispetto al passato ora la scelta può essere condotta grazie ad alcuni particolari, finora non resi noti in via ufficiale, sul funzionamento e la gestione dei reparti dei singoli ospedali. Il tutto rientra nel principio di trasparenza dei dati sanitari messo in atto nel resto d’Europa e nel mondo.  Unico modo che consente al malato di scegliere al meglio delle sue possibilità.

Analizzando i dati messi a disposizione dagli enti si scopre, ad esempio, che esistono decine di ospedali che per il numero troppo basso di pazienti curati, non raggiungerebbero un adeguato standard di qualità e quindi sarebbero deputati alla chiusura. E’ l’esempio de La Sacra Casa di Loreto nelle marche per ciò che riguarda l’infarto del miocardio che cura 32 pazienti e ha una mortalità pari al 34%. O ancora l’Azienda Ospedaliera di Bordighera, in Liguria, con 19 pazienti e una mortalità del 42,11%.

E’ stata scelta questa patologia come esempio perché si tratta della prima causa di mortalità in Italia. I dati dimostrano, a dispetto di quello che comunemente si pensa, che vi sono dei centri d’eccellenza anche nel sud del nostro paese: uno tra tutti? Il Cervello di Palermo, con una mortalità del 4,49%, grazie ad approcci medici veloci e all’avanguardia.

Se si ha bisogno di cure cardiologiche, una struttura pubblica è sicuramente consigliabile rispetto ad una privata. L’eccezione che conferma la regola, in questo caso, sono l’Aurelian Hospital di Roma ed il Monzino di Milano. Ed ancora il Sant’Agata di Militello a Messina o l’Ospedale Generale di Lentini.

Anche cambiando la patologia di riferimento, le differenze tra le tipologie di assistenza non cambiano. Basta pensare all’ictus. La mortalità media nazionale è pari al 10% rispetto al 2% dei 1243 casi trattati in quelli riconosciuti nei centri di assistenza. Stessa cosa per la broncopneumopatia cronico ostruttiva: si passa da una media del 6,87% ad un dato dello 0,006% dei reparti di pneumologia all’avanguardia.

Ciò che hanno messo in evidenza i dati raccolti dal Ministero della Salute e dell’Agenas è che non si può considerare un ospedale nella sua interezza per comprendere quale sia quello dal miglior funzionamento. Bisogna invece analizzare reparto per reparto la tipologia di assistenza data ed i numeri che li caratterizzano.

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Agenas