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Obama, via alla riforma sanitaria negli Usa

Il cambiamento è alle porte per i milioni di cittadini americani senza una copertura sanitaria adeguata. Obama ha infatti annunciato che la riforma sanitaria, punto cardine della sua campagna elettorale, è improrogabile. E sarà bene che le varie forze democratiche all’interno del partito del neo-eletto presidente degli States trovino un accordo che soddisfi tutte le parti, senza venire meno alle promesse fatte agli elettori, comportamento lecito in altri tempi, ma che l’ammistrazione Obama non può concedersi dati i martellanti change e we can su cui ha poggiato la sua candidatura alla Casa Bianca.

Il progetto di riforma sanitaria negli Usa ha come obiettivi principali quelli di garantire un’assistenza adeguata alla popolazione, tramite l’istituzione di polizze statali, il cui tetto è ancora da fissare, e che farebbero concorrenza agli attuali ed esosi premi delle compagnie assicurative mediche private. L’idea è di coprire i cittadini sprovvisti di un’assicurazione sanitaria e di incrementare le polizze inadeguate di chi una copertura ce l’ha ma insufficiente a garantire le operazioni e le spese mediche più costose. Inoltre, dettaglio non da poco, Obama obbligherà le compagnie a non negare la copertura per chi ha problemi di salute pre-esistenti alla stipula del contratto assicurativo e a non imporre  limiti arbitrari alle somme da rimborsare.

Nel discorso al Congresso, durante il quale ha citato una lettera postuma di Ted Kennedy, il presidente Barack Obama, ha dichiarato tra il plauso generale:

Nessuno in America dovrebbe finire in bancarotta perché si è ammalato. La meta è vicina: esiste già un accordo sull’ottanta per cento della riforma. Non siamo mai stati così vicini al traguardo. La cosa più importante é fare presto: è finito il tempo delle polemiche e dei giochi politici. Adesso bisogna passare all’azione concreta. Non sono il primo presidente americano che si batte per la riforma sanitaria. Sono determinato ad essere l’ultimo.

Il problema dell’assistenza sanitaria è una pecca vergognosa in un Paese come l’America, che si presenta come la terra dei sogni, ma non garantisce neanche la chemioterapia ai suoi cittadini meno abbienti, o il rimborso dei farmaci anti-hiv (se non con una soglia di linfociti che già sorpassa abbondantemente il limite della gravità). Tuttavia, molti sono gli interessi in gioco: le compagnie assicurative private in primis, l’altra faccia dell’America, i perbenisti bianchi che ancora incentivano la segregazione in cittadini di serie A, i ricchi che possono permettersi le cure e le cliniche migliori, e cittadini di serie B, destinati a vedersi chiudere la porta in faccia quando presentano polizze da poco conto, se ce l’hanno. L’America si conferma la terra dalle mille contraddizioni, riuscirà Obama a risolvere una tra le questioni più spinose dalla nascita degli States? Noi facciamo il tifo per lui, per un’America che sia davvero la patria delle new opportunities, realmente e non ipocritamente democratica.