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Lettini solari, belli oggi e malati domani

Nel mondo Occidentale si sta diffondendo sempre più la moda del lettino solare. A causa della crisi economica e dei lavori sempre più precari, saranno in molti che la prossima estate non potranno permettersi di passare settimane a rosolarsi sotto il sole di agosto su di un lettino in spiaggia.

Per questo i beauty center sono molto lieti di annoverare tanti metodi di abbronzatura per tutti i gusti, anche quella istantanea, che nel giro di poche ore consente di abbrustolirsi come dopo un paio di settimane di mare. Ma come ogni cosa, ha un prezzo, non soltanto pecuniario.

Secondo gli esperti del Cancer Research infatti, alcuni metodi utilizzati per i lettini solari portano più danni che benefici. Molto dipende dal grado e dalla rapidità di abbronzatura che si vuole ottenere. Se cerchiamo di essere il più neri possibile in breve tempo, rischiamo di esporci ad una lampada UV che ha raggi 15 volte più forti rispetto al sole di mezzogiorno, che significa una maggiore esposizione al melanoma, all’invecchiamento della pelle e alla comparsa delle rughe.

La ricerca è partita da un sondaggio effettuato proprio dall’istituto di ricerca britannico sui sudditi della regina, i quali hanno ammesso che, in buona parte, rinunceranno alle vacanze, ma non alla tintarella. Ormai siamo arrivati al punto che abbronzarsi (soprattutto per le donne, ma gli uomini non disdegnano) diventa più importante del motivo iniziale per cui si va in vacanza, e cioè rilassarsi e staccare la spina dopo un anno di lavoro.

E così anziché andare a spedere 50 euro al giorno in qualche spiaggia affollata, preferiscono farsi le lampade. Il motivo? Per il 50% degli intervistati il colorito dà un aspetto più sano; per il 22% invece rende più belli. Più belli oggi, certo, ma forse anche più malati domani, verrebbe proprio da dire.

[Fonte: Corriere della Sera]