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Pubblicità vietata in Occidente? Le lobby del fumo si spostano in Asia

L’Agence France-Presse ha esaminato una tendenza tra le aziende del tabacco a puntare, negli spot pubblicitari, al martellamento nei confronti delle donne nei Paesi in via di sviluppo. Sia negli Stati Uniti che in Europa le pubblicità che riguardano le sigarette sono ormai ridotte all’osso. Quasi tutti i Paesi le hanno vietate sui grandi media, e nella maggior parte dei locali pubblici è diventato vietato fumare. Una soluzione che ha scalfito l’immagine delle sigarette, che comunque continuano ad essere acquistate, ma che non permettono più di fare grossi profitti come una volta.

E allora l’idea: spostare tutto in Asia, in quelle nazioni cioè dove le pubblicità sono ammesse e non vige alcun tipo di divieto. Si legge sul reportage dell’AFP:

La pubblicità dice che i fumatori sono più intelligenti, più energici e più innamorati rispetto alle loro controparti di non-fumatori, e sono viste da tutte le famiglie in Bangladesh – qualcosa di inimmaginabile in molti altri Paesi

riportano gli autori del servizio. Gli esperti sanitari temono che la pubblicità possa riportare ad un aumento del numero di donne che in Bangladesh consumano tabacco e di conseguenza ad un incremento dei casi di cancro al polmone.

Secondo l’OMS, in Bangladesh

il 43% della popolazione adulta, o 41 milioni di persone, fa uso di tabacco in qualche forma, rispetto al 37% nel 2004. […] Il Paese si inserisce in un modello che emerge in tutta la regione dei tassi di crescita nell’uso del tabacco tra le donne, in particolare nei Paesi del sudest asiatico come l’Indonesia, le Filippine e la Cambogia.

Si tratta di una tendenza dovuta ad una sorta di “incoraggiamento” da parte delle aziende, che ormai vedono le donne dei Paesi in via di sviluppo come il loro “più grande mercato non sfruttato”, denuncia l’OMS, che ha scelto il tema del marketing del tabacco nelle donne per il  Tobacco Day 2010 che si terrà il prossimo 31 maggio. Per stilare il rapporto dell’OMS hanno partecipato anche il Segretario generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Margaret Chan, un portavoce della British American Tobacco, e diversi esperti in Bangladesh.

[Fonte: Medical News Today]