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Bulimia. Scopriamo cos’è questo diffuso disturbo alimentare

La presenza di questo disturbo alimentare, al contario da quelle persone affette da anoressia, non è così evidente, perchè la persona bulimica ha un peso relativamente normale. La patologia è caratterizzata dalla frequente assunzione di grandi quantità di cibo (le cosiddette abbuffate) cui segue l’uso di purganti e/o diuretici, il ricorso all’autoinduzione del vomito, oppure al digiuno o allo sfrenato esercizio fisico per evitare l’aumento di peso (comportamenti compensatori). Perchè si possa parlare di Bulimia le abbuffate devono avvenire almeno ogni due, tre giorni, per un periodo di qualche mese, ma possono avere cadenza quotidiana o verificarsi più volte nello stesso giorno.

Durante le crisi bulimiche la persona ha la sensazione di non poter porre fine al proprio comportamento, perde quindi il controllo sulla quantità di alimenti ingerita e va alla ricerca spasmodica di altro cibo da consumare fino al termine dell’abbuffata, che si conclude di solito quando ha mangiato tanto da “star male” – sintomi: dolori addominali, vomito spontaneo, senso di pienezza, sonnolenza – quando viene interrotta o il cibo si è esaurito. Sebbene l’abbuffata sia di per sè gratificante, al termine di ogni episodio vengono sperimentati senso di colpa e vergogna. Le crisi possono essere scatenate da una molteplicità di fattori: stati ansiosi o di tensione, pensiero del cibo, preoccupazioni, stanchezza. Inoltre, analogamente a quanto riscontrato nelle pazienti anoressiche, la persona bulimica nutre un’eccessiva preoccupazione circa il proprio aspetto fisico, sulla percezione del quale basa il proprio grado di autostima.

Poichè la bulimica prova vergogna e disgusto per il proprio comportamento alimentare, le abbuffate vengono consumate in solitudine, di nascosto e spesso l’ingestione di cibo avviene frettolosamente. Oltre alle abbuffate e ai comportamenti compensatori le pazienti bulimiche spesso presentano comportamenti quali rapporti sessuali compulsivi, abuso di sostanze e, in generale, condotte autodistruttive.

Così come l’anoressia anche la bulimia è particolarmente diffusa tra giovani donne e si manifesta durante l’adolescenza o la prima età adulta, anche se esistono forme precoci che si manifestano addirittura in epoca prepuberale e forme tardive che fanno la loro comparsa subito dopo la menopausa. Analogamente è diffusa quasi esclusivamente nei paesi di cultura occidentale (per questo motivo entrambe le sindromi sono definite “time and culture bound“)

La bulimia causa ingenti danni all’organismo, conseguenza tanto dell’eccessivo consumo di cibo, quanto delle pratiche compensatorie. Oltre a squilibri elettrolitici e alle loro conseguenze (problemi renali, cardiaci, cerebrali), il vomito, a lungo termine, danneggia i denti e causa ulcere a livello esofageo.

Non bisogna credere di essere affetti da bulimia se si ha la propensione a eccedere con il consumo di cibo in determinate circostanze o a ricorrere, saltuarimente e nel corso di episodi isolati, al cibo come fonte di consolazione.
In ogni caso la diagnosi, come sempre, va posta da uno specialista