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Andropausa: cos’è, a che età viene, sintomi, rimedi e terapia

 Il termine andropausa (non accettato in ambito medico-clinico) benché spesso confrontato con la menopausa femminile, non comporta la perdita delle capacità riproduttive (se non in rarissimi casi). E’ caratterizzata bensì una diminuzione di ormoni maschili in circolo: si parla di ipogonadismo in età avanzata. Questo differente  equilibrio ormonale è inoltre molto lento e graduale e non drastico e definitivo come nelle donne. In alcuni casi questo cambiamento porta con sé diverse conseguenze che vedremo insieme.

 

Andropausa: a che età viene

L’ andropausa non ha un’età ben precisa di manifestazione, sebbene il naturale invecchiamento rappresenti esso stesso un fattore di rischio. Di solito questo stato s’instaura dopo i 60 anni di età, ed in concomitanza con diversi fattori quali il sovrappeso, la sedentarietà ed un calo fisiologico della produzione di testosterone.  In particolare il peso ed il livello di testosterone sembrano essere uniti a stretto giro nel manifestarsi dell’andropausa. Maggiori sono i chili in eccesso, minori i livelli di testosterone e più alta la possibilità di sviluppo di questa particolare condizione ormonale. Questo particolare quadro clinico ha condotto gli esperti a definire il tutto con il termine sindrome da carenza di androgeni nella terza età piuttosto che andropausa.

Andropausa: i sintomi

I sintomi dell’andropausa sono strettamente correlati alla produzione di testosterone. La riduzione dei testicoli dovuta all’età e la minore capacità delle cellule di Leydig di produrre questo ormone influiscono sulla gravità dei sintomi manifestati. La sintomatologia è molto variegata perché il testosterone non agisce solo a livello sessuale nell’uomo ma influenza in modo diretto anche le dinamiche metaboliche, cardiovascolari, locomotorie, psichiche, comportamentali e sociali dell’individuo.

Questo significa che tra i sintomi riscontrabili troviamo anche una certa irritabilità, un naturale declino delle funzioni cognitive, seppur lieve e fragilità ossea.  Ed ancora è possibile riscontrare debolezza, perdita di forza muscolare, sensazione di spossatezza, diminuzione della massa muscolare, perdita di capelli e di peli, obesità addominale, depressione ed ansia, e problemi di erezione a da calo della libido.

Il processo di manifestazione di questi sintomi è molto lungo e variegato nei modi. Un semplice esame per testare il livello di testosterone nel sangue spesso non è sufficiente a consentire una diagnosi di andropausa precisa.

Andropausa: i rimedi

Si può tentare di tenere sotto controllo lo stato di andropausa anche attraverso dei piccoli accorgimenti e rimedi naturali. Un esempio? La medicina naturale consiglia il consumo di serenoa repens, semi di zucca ed ortica attraverso la fitoterapia. La serenoa conosciuta anche col nome di sabal serrulata è in grado insieme all’ortica, secondo recenti studi medici, di inibire l’enzima responsabile della disgregazione del testosterone. I semi di zucca, invece, grazie al loro contenuto di vitamina E, zinco ed acidi grassi è in grado di combattere in modo efficace infiammazioni urinarie, e l’incontinenza, migliorando la funzionalità dei muscoli della vescica.

Uno stile di vita più salubre, caratterizzato da attività fisica moderata ed una dieta equilibrata può aiutare l’uomo ad affrontare meglio questa condizione ormonale.

Andropausa: la terapia

Per un certo periodo, gli esperti hanno preso in considerazione l’idea di sottoporre gli uomini “affetti” da andropausa ad una terapia ormonale sostitutiva ma, al pari di ciò che accade nelle donne, si tratta di un “rimedio” da scegliere con le dovute cautele e sotto stretto controllo medico, a causa degli effetti collaterali che può comportare: non per ultimo lo sviluppo di tumori dell’apparato urogenitale nelle persone predisposte. Sono necessari maggiori studi, rispetto a quelli già condotti, in grado di verificare le conseguenze di un simile approccio sull’uomo affetto da andropausa.

Nei casi nei quali si decida di procedere, la terapia viene somministrata per via intramuscolare (iniezioni periodiche ogni 10-14 giorni) o transdermica (applicazione cutanea, giornaliera di cerotti o gel).  Quest’ultima è la più gettonata perché in grado di mantenere costanti i livelli di testosterone.

Vengono spesso usati, oltre alla suddetta terapia anche farmaci che agiscano direttamente sui sintomi per una loro soluzione o controllo.

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