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Pillola dei 5 giorni dopo: approvata dal CCS

 La “pillola dei 5 giorni dopo” finalmente ha ricevuto un parere positivo dal Consiglio Superiore di Sanità (CSS), anche se con un cavillo: la prescrizione va fatta solo dopo aver escluso una gravidanza con un test perché la sostanza si è dimostrata tossica per gli embrioni in studi su animali. Ora si attende il parere definitivo dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), deputata all’autorizzazione per l’immissione in commercio. I tempi si preannunciano ulteriormente biblici. Il medicinale è stato autorizzato dalla Fda (Food and Drug Administration) statunitense già da un anno, mentre la commercializzazione di EllaOne (questo il nome con cui è venduta la pillola dei 5 giorni dopo) nel Vecchio Continente è già stata autorizzata dall’Ema (Agenzia Europea per i Medicinali) nel 2009.

Nel Gennaio 2010, l’Aifa, ha richiesto il parere del CSS affinché si pronunciasse circa il rischio di contravvenire alla Legge 194 sull’aborto: è un contraccettivo di emergenza o una pillola abortiva? Non si capisce perché ci sia voluto così tanto per la risposta, visto che questa già esisteva. L’ulipristal acetato, ovvero il principio attivo della pillola dei 5 giorni dopo, non agisce sugli ovuli fecondati come la pillola abortiva RU486, ma solo sulla possibilità di fecondazione dell’ovulo, in seguito ad un rapporto sessuale considerato a rischio di gravidanza. Funziona cioè come la pillola del giorno dopo, solo che mentre questa va presa entro le 72 ore, EllaOne può essere assunta entro le 120 ore!

Come sempre però certi argomenti in Italia sembrano essere tabù. E’ chiaro che prevenire con una contraccezione quotidiana o meglio ancora con l’utilizzo del profilattico (che evita anche il contagio di malattie sessualmente trasmissibili) è meglio, ma sappiamo che questo non accade. E’ giusto proseguire con l’applicazione della legge 194 per l’aborto, ma è anche più corretto evitare questo trauma se possibile ed il rischio è che tali medicinali (o peggio prodotti contraffatti), vengano acquistati illegalmente per le strade o anche via web. Sono le donne a dover decidere. Ora aspettiamo l’ok definitivo dell’Aifa e speriamo che anche tutte le norme burocratiche sulla contraccezione di emergenza (vedi ricetta obbligatoria) possano presto scomparire.