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L’alcolismo cambia la personalità

Tutti sanno che l’ al­colismo è una gra­ve forma di dipen­denza associata all’ as­sunzione di bevande al­coliche. Ma che cosa è l’alcol? L’alcol è una so­stanza psicoattiva d’ abu­so proprio come le dro­ghe. Tale fenomeno oggi è molto diffuso oltre che tra gli adulti anche e so­prattutto tra i giovani dai 16 ai 29 anni. Le motiva­zioni più propriamente sottostanti riguardano l’introduzione da parte de­gli adolescenti nel mon­do degli adulti; l’effetto farmacologico che offre questa sostanza per i mo­menti di depressione o malessere psicologico ed infine la condivisione nel gruppo del suo utiliz­zo.

 In relazione a quest’ ul­timo concetto si può ve­dere come i giovani, so­prattutto di sesso ma­schile, hanno iniziato a bere in compagnia di ami­ci, in un bar, in un pub o in un ristorante con la sottostante motivazione di ba­se della ricerca di un mi­gliore rapporto con gli al­tri. L’uso sporadico di al­col genera quella che può essere più propria­mente detto stato di ubriachezza che altro non è che l’espressione comportamentale provo­cata dall’alcol sulle cellule cerebrali. Quando però l’uso situazionale si trasforma nell’ uso conti­nuativo di bevande alco­liche, si può parlare di al­colismo che soprattutto nei giovani, può determi­nare un cambiamento nella persona, una vera e propria trasformazione dei tratti della sua perso­nalità e del suo carattere.

La sintomatologia più co­mune può essere riscon­trata nei repentini cambi d’umore, nell’incapacità di concentrazione, di con­trollare l’aggressività e nell’ irascibilità, nella ten­denza a chiudersi sem­pre più in se stesso, nell’ insonnia e nell’ansia. A livello statistico è stato visto che in Italia solo il 26% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni dichiara di non avere bevuto negli ultimi tre mesi, ciò significa che il 74 % ha bevuto almeno una volta alcolici o supe­ralcolici e che il 60% dei giovani consumatori be­ve prevalentemente birra e il 40 % vino. Gli aperitivi e i digestivi sono assunti dal 34% e i superalcolici (per lo più sotto forma di cocktail) dal 21 % dei ra­gazzi in età tra i 15 e i 24 anni.

Indubbiamente è assodato che nessuno vorrebbe essere un alco­lista o penserebbe mai di diventarlo; tuttavia purtroppo molti lo diventa­no. È quindi da chiedersi, ma come mai accade ciò? L’alcool avendo ef­fetti anestetizzanti, come le droghe in genere, bloc­ca, alcuni meccanismi ce­rebrali, fisici ed emozio­nali delle persone. Inizialmente l’effetto è di mag­giore spigliatezza, loqua­cità, apertura e soprattut­to le prime volte i risultati sono senz’altro piacevoli; tuttavia ciò che accede dopo è il continuo au­mentare sempre più la quantità per mantenere o aumentare gli effetti. Conseguentemente a ciò viene a verificarsi un cir­colo vizioso per cui ogni qualvolta si desidera una determinata riuscita o ci si trova di fronte ad una difficoltà o a un problema ci si rivolge alla bottiglia.

Da recenti statistiche ri­sulta, inoltre, che quasi il 50% degli incidenti stra­dali mortali è causato da alcool e stupefacenti. Oggi esistono moltissimi centri specializzati nella disintossicazione e riabi­litazione dalla dipenden­za da alcol (alcolismo o etilismo); tuttavia la mag­gior parte delle persone con problemi di alcool non ne vogliono sapere di entrare in un centro per farsi aiutare poiché non riconoscono il pro­blema. Ciò che i familiari posso­no fare è rivolgersi auto­nomamente, anche all’ in­saputa del parente, per condividere con tali cen­tri la problematica e cer­care di trovare la strada più adatta alla risoluzio­ne della stessa.