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Smog e salute, pediatri: “Occorre tutelare i bambini”

 La cappa di smog che avvolge l’Italia non accenna a dileguarsi. Milano ha esaurito il bonus di trentacinque giorni all’anno di sforamento dei livelli di PM10 previsto dalla normativa UE. E siamo appena all’11 di febbraio.
Ieri vi parlavamo di un sito, Lamiaria.it, in cui è possibile saperne di più sull’aria che si respira in base alla fascia oraria ed alle condizioni meteo, con consigli su come tutelare la salute dei soggetti sensibili: bambini, anziani, asmatici, allergici, affetti da patologie respiratorie.

Oggi torniamo sull’argomento per raccogliere l’appello di Alberto Ugazio, Presidente della Società Italiana di Pediatria, che si è rivolto alle istituzioni, dai Comuni alle Regioni allo Stato, per chiedere più attenzione alla tutela della salute dei bambini contro l’inquinamento atmosferico da polveri sottili.

Pm10 e Pm 2,5 peggiorano i sintomi dell’asma, aumentano i rischi di irritazione e infiammazione delle vie respiratorie e, di conseguenza, fanno lievitare il numero dei ricoveri.
Spiega Ugazio che lo smog è un’emergenza sanitaria nazionale che

non riguarda solo Milano, dove in questo momento si registra una situazione particolarmente critica. Molte altre città (Brescia, Frosinone, Monza, Lucca, Bergamo, Torino, Mantova, Napoli ecc.), secondo dati diffusi pochi giorni fa da Legambiente, hanno oltrepassato o stanno per superare il limite consentito dei 35 giorni di superamento dei livelli di Pm10, considerato dalla normativa la linea estrema per proteggere la salute dei cittadini. E a Roma si registrano superamenti persino nella centralina di Villa Ada, in un’area completamente verde.

Il pediatra prosegue spiegando che i bambini, relativamente all’esposizione agli agenti inquinanti, sono molto più fragili e occorre intervenire per tutelarli. Se non si fa qualcosa le conseguenze potrebbero essere gravissime specie per i più piccoli

I loro polmoni sono in via di formazione e se il loro sviluppo viene alterato è più probabile andare incontro da adulti a una broncopneumopatia cronica ostruttiva. Le famiglie, preoccupate per la salute respiratoria dei loro figli, si uniscano ai pediatri per portare queste preoccupazioni all’attenzione della politica.

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