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Dopo pillola abortiva, permanenza obbligatoria in ospedale: è utile?

Il Ministero della Salute presenterà la prossima settimana in Commissione Affari sociali della Camera la relazione annuale sulla legge 194 che regolamenta l’aborto. Dai dati è emerso che vengono eseguite troppe anestesie totali per le interruzioni volontarie di gravidanza e che sono poche le donne che dopo aver scelto l’aborto con la pillola Ru486 restano in ospedale per tutti e 3 i giorni previsti da una circolare ministeriale.

Dall’indagine è emerso come siano proprio le donne a richiedere l’anestesia generale per interrompere la gravidanza, nonostante le linee guida dell’OMS e dell’ISS suggeriscano invece l’anestesia locale per minori rischi per la salute della donna, minor richiesta di analisi, minor impegno di personale ed infrastrutture e di conseguenza minori costi. È anche vero, però, che l’anestesia totale che si fa oggi dura pochi minuti ed è meno invasiva rispetto a quelle che si faceva diversi anni fa.

Dalla relazione è venuto fuori anche un altro aspetto, che riguarda il metodo di somministrazione della Ru486, per la quale è previsto un ricovero di 3 giorni. Nella maggior parte dei casi tale prescrizione non viene rispettata e le donne preferiscono richiedere le dimissioni volontarie firmando un’assunzione di responsabilità. Va anche detto che nel 97% dei casi non vi è alcuna complicazione. S’impone perciò una verifica al Ministero della Salute, per capire se sia realmente necessaria la permanenza in ospedale.

Sono in molti a ritenere del tutto inutile questa norma, che in un momento di crisi e di taglio dei posti letto è un vero spreco. Senza considerare che in tutti i Paesi al mondo la somministrazione della pillola abortiva è registrata come ambulatoriale o domiciliare. La prescrizione di un ricovero ospedaliero inoltre potrebbe tradursi in un disincentivo all’uso dell’aborto farmacologico a base di mifepristone e prostaglandine, che non presenta i rischi dell’aspirazione. Utilizzo che invece sembra avere ricadute positive. Con l’aumento della diffusione della pillola Ru486, infatti, è diminuito il numero degli aborti.

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