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Iperplasia endometriale, 6 domande e risposte

Che cosa è un’iperplasia endometriale? Questa condizione si verifica quando l’endometrio, il rivestimento interno dell’utero , diventa troppo spesso per un incontrollato proliferare delle sue cellule. Non è un tumore, ma in alcuni casi può portare al cancro dell’endometrio o dell’utero. Ecco cosa occorre sapere partendo dalle domande più frequenti che le donne si pongono al riguardo.

1. In che modo l’endometrio cambia durante il ciclo mestruale?

L’endometrio subisce delle fisiologiche modifiche durante il ciclo mestruale in risposta allo stimolo degli ormoni. Durante la prima fase del ciclo, le ovaie producono estrogeni: questi fanno crescere l’endometrio per preparare l’utero ad una eventuale gravidanza. A metà del ciclo, un uovo/ovulo viene rilasciato da una delle ovaie (ovulazione ). A seguito di questa azione iniziano ad aumentare i livelli di un altro ormone, il progesterone, che a sua volta serve a preparare l’endometrio a ricevere e nutrire un ovulo fecondato. Se la gravidanza non si verifica, i livelli di estrogeni e progesterone diminuiscono. La diminuzione del progesterone provoca le mestruazioni e la fuoriuscita delle cellule di tessuto endometriale in eccesso. Una volta che l’endometrio torna normale, il ciclo mestruale ricomincia. Un’iperplasia nasce da una risposta anomala a questo meccanismo.

 

2. L’iperplasia dell’endometrio è pericolosa?

No, non lo è sostanzialmente: non è un tumore. Tuttavia può avere delle complicanze, essere correlata ad infertilità ed in talune donne può essere l’origine di un tumore dell’endometrio (o dell’utero). Va dunque considerata come una condizione precancerosa da tenere sotto controllo con esami e talvolta va trattata.

 

3. Quali sono le cause di una iperplasia endometriale?

L’iperplasia endometriale il più delle volte è provocata da un eccesso di estrogeni senza progesterone. Se l’ovulazione non avviene, ad esempio, non si sviluppano i necessari livelli di progesterone e quindi il rivestimento in eccesso non viene fisiologicamente rimosso. L’endometrio dunque può continuare a crescere in risposta agli estrogeni. Le cellule che lo compongono si accorpano, dando luogo ad un ispessimento eccessivo, ad una iperplasia, che in alcune donne può provocare cancro. E’ più comune dopo la menopausa, quando l’ovulazione si ferma e si ha carenza di progesterone, ma può verificarsi anche in perimenopausa, quando l’ovulazione è incostante.

Altre correlazioni e cause:

  • Uso di farmaci che agiscono come estrogeni
  • Uso a lungo termine di alte dosi di estrogeni dopo la menopausa
  • Mestruazioni irregolari, specialmente legato al sindrome dell’ovaio policistico o infertilità
  • Obesità

Tra i fattori di rischio troviamo anche:

  • Età maggiore di 35 anni (rischio che aumenta gradualmente con l’età specie dopo la menopausa)
  • Razza bianca
  • Non aver avuto gravidanze
  • Inizio precoce di mestruazioni
  • Storia personale di alcune condizioni, come il diabete mellito , la sindrome dell’ovaio policistico o malattie della tiroide
  • Tabagismo
  • Familiarità con tumore alle ovaie, all’utero o al colon

 

 

4. Quali sono i sintomi di iperplasia endometriale?

Il sintomo più frequente è quello di un sanguinamento anormale. E’ utile dunque rivolgersi al ginecologo in tali casi. Anche in giovanissima età, sin dai primi cicli.

 

5. Come si fa la diagnosi di iperplasia endometriale?

Ci sono molte cause di sanguinamento uterino anomalo. Dunque è opportuno rivolgersi al medico per capirne la causa ed escludere eventualmente il cancro. Per farlo sesvono i seguenti test:

Ecografia transvaginale: è sicuramente il primo step. Può misurare lo spessore dell’endometrio e se questo è superiore al dovuto si può già parlare di iperplasia endometriale.

Biopsia: il cancro va comunque escluso e quindi è necessario asportare un piccolo campione di tessuto dell’endometrio da esaminare al microscopio. Questo può essere fatto con un prelievo diretto, con un raschiamento o un’isteroscopia.

 

6. Quali cure per l’iperplasia endometriale?

In molti casi, l’iperplasia endometriale può essere trattata con del progestinico, da somministrare per via orale, con una iniezione, un dispositivo intrauterino o una crema vaginale. I dosaggi e la durata della terapia dipendono da vari fattori come l’età. Questa cura può provocare un sanguinamento vaginale, come quello tipico del ciclo mestruale. Esistono poi diversi tipi di iperplasia endometriale che un esame al microscopio aiuta a classificare: in caso di forme atipiche o complesse il rischio di cancro all’endometrio è più alto e quindi può essere consigliata un’isterectomia -laddove non si desiderino più figli.

 

 

 

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Foto: Thinkstock