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Psicofarmaci: troppi lavoratori li assumono per combattere lo stress

Troppi italiani assumono psicofarmaci per combattere lo stress da lavoro e spetta alla Lombardia il triste primato della diffusione di questo fenomeno. A lanciare l’allarme è stato lo stesso assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna nel corso del convegno “Salute sul lavoro” tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo Marino.

Per questo motivo il comune capoluogo lombardo intende intraprendere una serie di iniziative volte a tutelare la salute, fisica e psichica, dei lavoratori. Il primo passo è stato proprio il convegno, tenutosi anche allo scopo di sensibilizzare gli imprenditori perchè si curino maggiormente dello stato di salute dei propri dipendenti. A questo seguirà la creazione di un libro bianco dedicato non solo alla prevenzione degli infortuni e delle morti bianche (il 60% delle quali ha luogo nel nord-italia), ma anche dello stress da lavoro e del conseguente abuso di psicofarmaci oltre che del mobbing, un fenomeno del quale si sa ancora troppo poco.

Fra i sintomi fisici più comuni dello stress da lavoro, afferma il dottor Pietro Penati, coordinatore del servizio di sorveglianza sanitaria per la tutela della salute dei lavoratori della Regione Lombardia, non solo alterazione del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa, ma anche problemi digestivi, formicolii e sudorazione eccessiva. Mentre dal punto di vista psichico si registra un aumento di ansia e aggressività, cui si accompagnano sentimenti di bassa autostima che possono condurre fino alla depressione.

Il fenomeno, aggiunge Landi di Chiavenna, è in continuo aumento e non riguarda soltanto i lavoratori dipendenti, come impiegati e operai, ma investe anche le casalinghe per le quali allo stress e alle pressioni legate allo svolgimento dei propri compiti, va ad aggiungersi il mancato riconoscimento sociale del proprio ruolo di lavoratrici a pieno titolo e, spesso, per quanto possa apparire paradossale, una condizione di solitudine ed emarginazione.