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Stress da lavoro: la guida del Ministero su come riconoscerlo e combatterlo

Lo stress da lavoro è finalmente una malattia riconosciuta dalla legge. Se finora, tra le malattie professionali, rientravano solo quelle patologie fisiche che erano causate ad esempio dall’inalazione di sostanze tossiche, o dallo sforzare gli occhi davanti ad un computer, d’ora in avanti saranno considerate malattie lavorative anche quelle psicologiche, prime fra tutte lo stress.

A riconoscerlo è il Ministero del Lavoro che, dopo il decreto legislativo 81/ 2008 e sue successive modifiche con d.lgs. 106/2009 in materia di sicurezza sul posto di lavoro, ora ha deciso di emanare una sorta di “guida” per tutti gli imprenditori al fine di rilevare questo genere di problema ed eliminarne le cause, prevenire qualsiasi condizione di stress e, se questa è già presente, combatterla correttamente.

Come ogni vera e propria malattia, anche questa ha cause, sintomi e terapia. Non tutte le cause sono però note. Se infatti è ovvio che un lavoratore possa risultare stressato ed ammalarsi quando ha troppo carico di lavoro, turni troppo stressanti, carenza di pause o troppa pressione dal proprio datore di lavoro, ci sono tante altre cause che apparentemente sembrano innocue, ma che in realtà non lo sono. Tra queste ci sono gli attriti tra colleghi che non portano ad un ambiente sereno, e di conseguenza portano un po’ tutti a lavorare male; ma anche il fatto di assegnare mansioni inadeguate alla preparazione e alle capacità del dipendente, il quale può sentirsi frustrato. Ha il suo peso, specialmente in questo periodo, la paura di perdere il posto di lavoro, gli orari troppo rigidi o il comportamento a volte troppo duro dei diretti superiori.

Per questo, secondo il Ministero, il primo passo da eseguire per controllare il livello di stress sul posto di lavoro è esaminare, in forma anonima, i vari dipendenti che dovranno compilare un questionario. I primi sintomi che dovrebbero attirare l’attenzione del responsabile possono essere l’incremento delle assenze, seguite dagli infortuni sul lavoro, la rotazione del personale, la presenza delle malattie professionali precedentemente riconosciute, ma anche semplicemente la paura evidente nel compiere anche un minimo errore o alcune disattenzioni, o la confessione da parte dei dipendenti che sentono di non ricevere il rispetto che meritano, senza avere nemmeno la possibilità di lamentarsi.

Abbiamo dato indicazioni di metodo, brevi e semplici, adattandole alla realtà italiana fatta soprattutto di piccole e medie aziende. [lo stress nei luoghi di lavoro è] una condizione, accompagnata da sofferenze o disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturisce dalla sensazione individuale di non essere in grado di rispondere alle richieste o di non essere all’altezza delle aspettative

spiega Lorenzo Fantini, della direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro del Ministero che ha recepito una direttiva europea del 2004. Per questo ora il Ministero obbligherà le aziende ad effettuare questi monitoraggi e a prendere provvedimenti conseguenti che possono essere da lievi modifiche nelle pratiche di lavoro all’organizzazione di incontri con uno psicologo per scavare più a fondo, fino alla radice dei problemi. L’aspetto importante ed innovativo del provvedimento è che, come conclude Fantini:

Rimane l’obbligo legale di proteggere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

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[Fonte: Corriere della Sera]