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L’insonnia una malattia da non sottovalutare

L’insonnia è una malattia sempre più frequente, spesso sottostimata o più spesso sottaciuta. Dopo i 40/­50 anni si ritiene normale dormire cinque-sei ore al giorno. Dormire poco e male influenza fortemen­te la qualità della vita, ma le ripercussioni diurne possono essere ancora più gravi. Numerose evidenze sot­tolineano infatti la corre­lazione dell’insonnia, con­siderata oggi non più un “problema” bensì una ve­ra e propria malattia, con la comparsa di patologie concomitanti e con il ri­schio di incidenti stradali e sul lavoro. Queste le in­sidie di un sonno poco soddisfacente con riper­cussioni sul lavoro dal momento che l’insonnia, tra l’altro, altera la veloci­tà di reazione, l’attenzio­ne, la concentrazione e soprattutto la memoria.

Tra le molte­plici cause quella più “sot­taciuta e sottostimata” e l’uso di farmaci ipnotici (sonniferi) ed ansiolitici. Ma anche un riposo in­sufficiente, o direi meglio in caso di insonnia, il ri­schio di incidenti sul lavo­ro o alla guida è di 3,5 vol­te maggiore rispetto a chi dorme normalmente. Qu­esto è lo studio di Balter e altri collaboratori pubbli­cati nel 2005 sulla presti­giosa rivista internazionate J.Clinical Psychiatry.

Che dire poi dell’ assen­teismo e della minore pro­duttività lavorativa nei soggetti che soffrono di insonnia?  Il medico di famiglia do­vrebbe indagare con più attenzione sugli indicato­ri diurni, che possono far sospettare un problema di insonnia. Spesso il pa­ziente non ne parla. Altre volte considera un feno­meno normale dormire poche ore a notte dopo i 60 anni. Quali sono que­sti indicatori diurni? Un paziente che lamenti stanchezza, disturbi di at­tenzione e della memo­ria, ansia o irritabilità, de­pressione, sonnolenza… deve sempre far pensare all’insonnia.

Dormire sani, e senza prendere ipnoin­ducenti, è un vero regalo per la qualità della propri vita. Purtroppo tutti colo­ro che fanno già uso di farmaci benzodiazepini­ci, o comunque chimici, è difficile che smettano di prenderli. E’ inuti­le sostituire una sonnife­ro clinico con la Valeriana, la Passiflora, I’ Escol­zia Californica, il Bianco­spino,  il paziente, già abituato alle più potenti benzodiazepine, non ri­sponde… non riesce a dormire. Certo è meglio iniziare con i farmaci fito­terapici nei pazienti che non fanno uso abituale di ipnoinducenti.