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Agopuntura contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva

 L’agopuntura potrebbe essere un rimedio efficace per dare sollievo e maggiore capacità di respiro a chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva portando ad un miglioramento della funzionalità respiratoria. E’ questa l’ipotesi di uno studio proveniente dal Giappone pubblicato sulla rivista di settore Archives of Internal Medicine.

Questa patologia è rappresentata dalla somma di una bronchite cronica in unione con l’enfisema polmonare: si tratta di una malattia priva di cura, che può essere rallentata, ma che a causa di cattive abitudini di vita e l’inquinamento rischia di divenire la terza causa di mortalità nel mondo. Il gruppo di ricercatori coordinati da Masao Suzuki, di stanza presso l’Università di Kyoto, ha analizzato per tre mesi le reazioni di 68 pazienti affetti da BPCO in cura con medicinali tradizionali. Dell’intero gruppo, metà è stata sottoposta anche a delle sessioni di agopuntura vere mentre l’altra ha subito delle “finte” sedute, senza che effettivamente gli aghi entrassero nella pelle.

Tra i malati che erano stati sottoposti all’agopuntura, rispetto ai pazienti “placebo”, è stato riscontrato un miglioramento della capacità respiratoria generale e la distanza percorsa durante uno dei test condotti, il quale prevedeva una camminata di 6 minuti.

Commenta il dott. Suzuki:

Il nostro studio mostra come l’agopuntura, in aggiunta alle cure farmacologiche, possa essere utile nel migliorare la condizione dei pazienti con BPCO.

Sebbene i ricercatori non affermino con assoluta certezza un collegamento “causa-effetto” tra l’agopuntura e la BPCO, sono convinti che il riequilibrio energetico che si tende a raggiungere nel corso delle sedute possa essere uno strumento in più per affrontare la patologia. Nel caso specifico, gli scienziati sostengono che gli aghi aiuterebbero a rilassare e a rendere più mobili e flessibili i muscoli della cassa toracica, favorendo in questa maniera la respirazione.

Già in passato l’agopuntura è stata applicata in medicina per curare mal di testa e mal di schiena, ma anche depressione e coliti. Lo studio in questione suggerisce come possa essere presa in  considerazione l’idea di impiegare nel normale iter medico anche le pratiche orientali tradizionali, come valido supporto terapico.

Fonte: Archives of Internal Medicine

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