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Dna, creata macchina per leggerlo in ventiquattro ore

 Il nostro dna raccoglie in sé tutte le informazioni che ci riguardano. Esaminare il genoma era un passo che prevedeva tutta una serie di passaggi e costi di un certo spessore. Da oggi, grazie ad una macchina presentata da una società americana specializzata in biotecnologie, la Life Technologies, leggere l’intero genoma costerà solo mille dollari e serviranno solo ventiquattro ore.

Un bel passaggio da una tempistica “veloce” di una settimana e 5-10mila dollari di costo. L’invenzione è di un certo calibro.  Ed anche il suo costo, di 149mila dollari, renderebbe appetibile e sostenibile la macchina per ogni ospedale degli Stati Uniti. Questo ovviamente dopo che la Food and Drug Administration statunitense avrà dato il via libera al suo utilizzo.

Di per sé la macchina promette davvero una rivoluzione, sia per ciò che riguarda la ricerca scientifica che la medicina personalizzata sulla quale i ricercatori stanno puntando in maniera costante al fine di trovare la cura migliore possibile per i pazienti affetti da patologie come cancro e malattie genetiche.  A livello sociale il “sequenziatore Ion Proton” ha fatto notizia: la Fda al contrario, frena gli entusiasmi, spiegando la necessità di verificare adeguatamente la validità della macchina.

Non bisogna infatti dimenticare che quello del genoma è un campo molto delicato sia dal punto di vista etico che sanitario. Non si può dare il via libera a questo “genoma low cost” senza avere la certezza della totale affidabilità del test. Una interpretazione errata dei dati può infatti portare alla messa in atto di terapie scorrette e pericolose. Anche perché, va ricordato, i dati che il genoma mette a disposizione deve essere “tradotto” da consulenti genetici.

Conoscere eventuali “difetti” relativi alla possibilità di sviluppare alcune patologie potrebbe però portare le assicurazioni sanitarie statunitensi a non fornire adeguata assistenza medica o ancor di più ad una discriminazione in merito ad un posto di lavoro: tradotto, si parla di un immenso problema di privacy.  Si potrebbe però utilizzare nell’ambito della ricerca scientifica e dell’applicazione della medicina personalizzata, con ottimi risultati.

Photo Credit | Thinkstock

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Fonte: Corriere della Sera